Denunciato per abuso di ufficio il Soprintendente Osanna

Un gesto mirato per ostacolare il corso della riunione in cui si è discusso di molte problematiche. Tutto è successo ieri, quando c’è stata un’assemblea dei lavoratori del parco archeologico, nell’area dell’Auditorium, a cui hanno aderito la quasi totalità dei lavoratori in servizio.

Denunciato il Soprintendente Archeologico di Pompei, Massimo Osanna. Sospetto di abuso d’ufficio, presentato esposto denuncia nei suoi confronti. Tutto è successo nella giornata di giovedì 26 gennaio 2017, quando c’è stata un’assemblea dei lavoratori del parco archeologico di Pompei, nell’area dell’Auditorium degli Scavi archeologici, a cui hanno aderito la quasi totalità dei lavoratori in servizio, eccezion fatta per quelli adibiti ai servizi essenziali. Alla riu- nione erano inoltre presenti il segretario nazionale Confsal – Unsa dei Beni Culturali Giuseppe Urbino e il coordinatore generale FLP BAC (Federazione Lavori Pubblici. Beni Attività Culturali) Rinaldo Satolli.

Ebbene la riunione era in programma dalle ore 8.30 alle ore 11, a sito archeologico chiuso. “Ciò nonostante – si legge nell’esposto presentato ai Carabinieri della Stazione di Pompei, guidati dal comandante Tommaso Canino – alle ore 9 orario previsto per l’apertura del sito al pubblico, anche se in totale assenza dei lavoratori pubblici adibiti alla vigilanza, accoglienza e fruizione insistenti sul sito, il direttore Massimo Osanna ha dato indicazioni per l’apertura al pubblico del sito. Una condotta che ha determinato un rischio concreto per la tutela dell’intero parco archeologico e per la tutela dei lavoratori medesimi e dell’incolumità e sicurezza dei turisti”.

E’ sembrata quasi una ripicca, da parte del Soprintendente Osanna, per cercare di bloccare la riunione in questione. Ma non è tutto qui. Per il Soprintendente Osanna è scattata anche la denuncia per “abusi di ufficio”.
Egli – continua l’esposto – avendo omesso un atto di ufficio previsto dal combinato disposto di norme e contratti che regolano l’attività istituzionale e le relazioni sindacali, quale in confronto con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative al fine di definire un accordo e le procedure di emergenza in caso di sciopero e attività assimilabili quale l’assemblea odierna, ha colpevolmente creato una ulteriore situazione di disagio relativa all’offerta culturale e all’attività istituzionale dei propri collaboratori”.

Motivi secondo cui Urbino e Satolli hanno chiesto ai Militari dell’Arma se sussistessero i presupposti per un abuso d’ufficio ed omissione di atti d’ufficio, tenendo conto che “il comportamento del soprintendente Osanna ha consentito il concretizzarsi di un serio rischio con grave danno nei confronti del personale addetto ai servizi di sicurezza e vigilanza. Il medesimo ha ritenuto di supplire unilateralmente e discrezionalmente di personale Ales che, contrattualmente, è previsto solo per attività di supporto“.

Queste, dunque, le motivazioni che hanno spinto gli esponenti di Confsal- Unsa a denunciare il caso davanti alle forze dell’ordine locali.
Si pensa possa trattarsi di un gesto mirato, quello della Soprintendenza, per ostacolare il corso della riunione in cui si è discusso di molte problematiche dell’area archeologica, tra cui anche la gestione dei lavoratori del parco.

Danilo De Gennaro – Le Cronache

La replica della Soprintendenza
La Soprintendenza di Pompei replica alle accuse della Confsal-Unsa. In riferimento all’ assemblea sindacale indetta ieri mattina e alle polemiche relative sollevate, la Soprintendenza Archeologica ha ribadito quanto segue: “Questa mattina il sito archeologico è stato aperto con i 9 custodi non aderenti all’assemblea affiancati da alcuni funzionari in servizio che sono stati ridistribuiti per presidiare varchi e punti sensibili e assicurare i servizi minimi di custodia del sito. Il personale Ales, come da destinazione d’ufficio, ha invece presidiato gli edifici già a loro assegnati. In questa maniera e considerato il flusso estremamente ridotto di una mattina di gennaio, si è riusciti a garantire l’accesso ai visitatori e la sicurezza del sito.

Come di prassi, già il giorno prima ci si è premurati di avvisare il pubblico attraverso il sito web istituzionale e i punti informazione, circa la possibile e temporanea chiusura nelle ore di assemblea di alcuni edifici in custodia agli addetti della Soprintendenza. Considerata la generale situazione di disagio determinata da una assemblea che viene richiesta nelle ore di apertura al pubblico, quantunque l’Amministrazione suggerisca il differimento della stessa negli orari di chiusura al fine di evitare l’interdizione di domus e difficoltà ai turisti e in considerazione dell’impegno a garantire i diritti di tutte le categorie, qualsiasi polemica al riguardo appare assolutamente tendenziosa e strumentale.
Così come quella che riguarda l’ apertura e la rotazione delle case. Il sito di Pompei ha registrato tra il 2015 e il 2016 la restituzione alla fruizione di ben 28 edifici a seguito dei relativi interventi di restauri”.

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