Vince il No a Nocera Inferiore con 15.148 voti pari al 67,08%, mentre il Sì ottiene il 32,92% con 7.343 voti.
NOCERA INFERIORE. Una magra consolazione per chi in città, per il fronte del Sì, c’ha messo la faccia. Ma partiamo dai vincitori. I padri di questa vittoria referendaria sono diversi, il No ha mosso anime politiche anche contrapposte.
Può dire di aver fatto la sua parte il “Comitato del No” di Lino Picca che, per primo, è sceso in campo. Con lui Punto Lab, Sinistra Nocerina e anime di quella sinistra-sinistra che a Nocera Inferiore con questa tornata sulla Costituzione si sono fatte sentire.
Il M5s è un’altra fetta importante del fronte del No che, da solo e non insieme agli altri, ha affrontato la tematica, dal web alle piazze, con attivisti locali e parlamentari pentastellati.
Un contributo al No è arrivato anche dai singoli, l’avvocato Anna Canzolino con le sue ragazze, poi aggregatesi al gruppo di Lino Picca, l’avvocato Andrea Vagito ex assessore della Giunta Torquato che in una campagna podistica ha macinato chilometri per il No. Un No votato convintamente anche dal consigliere comunale socialista di maggioranza Massimo Torre. Fronte del No che ha visto anche la presenza di Fratelli d’Italia con l’onorevole Cirielli e l’avvocato Adriano Bellacosa, nell’ultimo giorno prima del silenzio elettorale.
Volendo però fare una sintesi, i padri del No sono: Sinistra Picca, M5s e singole iniziative. Note dolenti invece per il fronte del Sì. Qui le cose si complicano, poiché il maggior artefice dei voti confluiti al Sì è il sindaco Manlio Torquato. In effetti, due furono i comitati del Sì che aprirono le danze, uno riferibile al Pd e l’altro all’associazione Cambiamenti, entrambi però non molto attivi nella tornata referendaria. I veri scudieri in quota Pd per il fronte del Sì sono stati due: Vincenzo Stile e Federica Fortino.
Un grande impegno profuso da entrambi. E il resto del Pd? Il 32% dei Sì a chi è figlio? Due domande che aprono scenari politici diversi da quanto prospettato, se la parte da leone dei voti è ripartita in sole tre persone, il Pd ne esce con le ossa rotte. E poi, ciò fa presagire un dato, buona parte del circolo nocerino potrebbe non essere allineato all’alleanza fatta col sindaco in carica. Ora bisogna vedere se da Salerno ci saranno segnali di ricompattamento ma potrebbe anche realizzarsi un’ulteriore scissione anche perché qualche malpancista potrebbe sfruttare il risultato referendario per chiedere un’autonoma discesa in campo dei democratici.
Lo stesso potrebbe accadere in area centrale, quella vicino ai mastelliani. Rispetto a questo quadro di incertezza nel Pd, cosa farà Torquato? Lui che quasi da solo può vantare di aver mosso voti per il Sì? Qualcosa accadrà di certo, forse anche una rottura Torquato-Pd ma che al Partito Democratico sembra non convenire dopo la mazzata referendaria. Attualmente, rispetto al voto sulla riforma costituzionale, Nocera Inferiore vedrà scendere in campo per le comunali, solo tre blocchi: Torquato, il M5s e 14 mila cittadini nocerini che non si sono recati al voto.
Questi ultimi, saranno l’ago della bilancia per l’elezione del prossimo sindaco di Nocera Inferiore nel 2017.
Giuseppe Colamonaco – Le Cronache