Pubblichiamo la lettera di Natale dell’architetto Donato Fioretti, una analisi di quella che fu “Nocera Civile”.
Cari nocerini,
“Nocera civile” ha rappresentato la voglia di un gruppo di persone di essere testimoni attivi di un cambiamento più sociale che politico in un momento storico in cui era evidentissimo il progressivo allontanamento dei cittadini dalla politica: personalismi; interessi che il più delle volte non coincidevano con quelli dei cittadini; eccessi che hanno dimostrato che il cuore batteva in maniera diversa di una testa che non lo rappresentava più. Il cittadino, in quella occasione, non ha voluto più scegliere in base all’appartenenza a un partito o a una ideologia, ma in base alla propria adesione a un progetto. Quest’ultimo portato avanti con la consapevolezza di voler rispondere alla domanda di cambiamento della politica; non si voleva che ”Nocera civile” diventasse essa stessa un soggetto politico, o meglio, il solito soggetto politico poco aperto alla partecipazione, ma che diventasse il luogo di comunicazione bidirezionale in cui viene rivolta una attenzione concreta ai partecipanti.
Per innovare veramente la politica bisognava essere “dilettanti”, bisognava fare le cose per il gusto di farle e non per cercare un tornaconto personale, perché così facendo si sarebbe caduti immediatamente nel vecchio modo di fare politica; in tutto questo il “fattore Torquato” è riuscito ad incarnare, a rappresentare la domanda di fare politica in modo diverso; quanto, poi, questo si sia realizzato è da vedersi.
Cari nocerini…..sarà possibile ripetere quella esperienza?
Allora si era fatto fare un passo indietro alla politica dei partiti; questi ultimi hanno una zavorra ideologica di organizzazione e di storia che evidentemente è talmente forte e radicata da rendere difficile che all’interno di essi nasca la voglia di mettersi completamente a disposizione di un progetto civico. Continuo a pensare che ci sia bisogno ancora di quell’approccio, delle persone che hanno creduto in quel progetto innovativo; persone con provenienze politiche diverse che, con passione, hanno creduto di realizzare un progetto utile alla città.
Donato Fioretti