La Regione: «Il nuovo piano di zona non decolla per motivi politici locali»

L’assessorato alle politiche sociali regionale risponde ad una precisa richiesta di Le Cronache. per palazzo Santa Lucia privilegiata l’Azienda Consortile.

NOCERA INFERIORE/NOCERA SUPERIORE/CASTEL SAN GIORGIO/ROCCAPIEMONTE. Un piano di zona ingessato e che pare non decollare, secondo la Regione, per problemi politici locali. L’assessorato predilige l’Azienda speciale. Dopo la proposta del sindaco di Nocera Superiore, Giovanni Maria Cuofano, riguardo la gestione prima attraverso la Convenzione e successivamente attraverso l’Azienda Consortile, nulla è cambiato. Le rispettive posizioni sono rimaste inalterate.

Nocera Inferiore con il sindaco Manlio Torquato, Roccapiemonte con il primo cittadino Andrea Pascarelli e il commissario Roberto Amantea per Castel San Giorgio hanno scelto di passare dalla vecchia convenzione alla costituzione dell’Azienda Speciale Consortile, mentre Nocera Superiore ha ritenuto più utile la forma della convenzione. Su nostra richiesta scritta, inviata alcuni giorni fa, ieri la risposta della Regione Campania sulle indicazioni che l’assessorato regionale dava in merito alla tipo di gestione del Piano di zona..

E dalla Regione è arrivata via e mail la risposta scritta nella quale si legge: «L’assessorato all’Istruzione, Politiche sociali e Sport della Regione Campania, nel Psr 2016/2018 approvato il 29 dicembre 2015 ha delineato i seguenti percorsi: integrazione tra comuni, attraverso il potenziamento delle forme associative, sostenendo i processi di aggregazione dei comuni di minore dimensione demografica; promuovere le Unioni di comuni, senza alcun vincolo alla successiva fusione, prevedendo comunque ulteriori benefici da corrispondere alle unioni che autonomamente deliberino, su conforme proposta dei consigli comunali interessati, di procedere alla fusione; promuovere i Consorzi di cui all’art. 31 e 114 del Tuel, anche alla luce degli indirizzi introdotti dalla sentenza della Corte Costituzionale 236 del 24 luglio 2013».

Da quanto indicato dalla Regione, l’Azienda Consortile Speciale sembrerebbe la forma di gestione privilegiata.
Dall’ente regionale la risposta pervenutaci, è chiara: «La questione risulta pertanto esclusivamente legata a contrasti politici locali che a tutt’oggi non trovano soluzione e che rischiano di paralizzare il Piano».

Giuseppe Colamonaco – Le Cronache
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