Finiscono in carcere i signori della droga e della “guerra”

Scompaginate tre organizzazioni dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti in guerra tra loro, capeggiata dai fratelli Cuomo, Francesco D’Elia e il “terzo gruppo”

I Cuomo, più Passamano, più il gruppo d’Elia e poi gli Abate e i Bergaminelli. Questi gli attori di una tragica guerra dello spaccio di sostanze stupefacenti in città. Tre gruppi criminali sbaragliati ieri mattina con l’operazione della Dda di Salerno, “Un’altra storia” che ha portato all’esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere basate sulle indagini dei carabinieri del Ros e del reparto territoriale di Nocera Inferiore, della squadra mobile della questura di Salerno e il commissariato nocerino.

Tre i gruppi criminali operanti a Nocera Inferiore e dediti a numerosi reati: associazione mafiosa, spaccio di sostanze stupefacenti e intestazione fittizia di beni. A fronteggiarsi quelli capeggiati dai fratelli Michele e Luigi Cuomo e Mario Passamano, detto anche “quelli di Casale nuovo”, “quelli di Piediomonte”, capeggiati da Francesco D’Elia e il gruppo di Giuseppe Abate e Giuseppe Bergaminelli, volti noti alle forze dell’ordine.

Il gruppo armato dei Cuomo era notevolmente aggressivo, non solo era particolarmente attivo nella indebita appropriazione e commercializzazione di autovetture di illecita provenienza, ma secondo gli investigatori era soprattutto dedito ad una incessante attività di controllo del territorio delle piazze di spaccio della zona. I componenti del gruppo si sarebbero resi responsabili di pestaggi in pubblico, aggressioni esemplari ed utilizzo indiscriminato della violenza armata, ogni qualvolta il loro ruolo sul territorio ritenevano venisse messo in discussione.

Una spregiudicatezza che portava i componenti del gruppo ad usare spietata violenza anche in pubblico in pieno giorno, come nel caso della brutale aggressione, avvenuta nel pomeriggio del 29 gennaio 2016, ai danni di un consulente amministrativo di Nocera Inferiore, aggredito e colpito con calci e pugni nei pressi di una sala scommesse di via Giuseppe Garibaldi; o ancora nel caso che ha coinvolto un cittadino capoverdiano, vittima di una vera e propria spedizione punitiva da parte di alcuni membri del gruppo criminali che lo hanno inseguito sin dentro l’abitazione per aggredirlo con bastoni e mazze ferrate.

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Avversari i fratelli Francesco e Mario D’Elia, e la contrapposizione tra questi due gruppi ha dato origine delle violente sparatorie che a partire di settembre ottobre scorso. Le indagini hanno permesso infatti di ricostruire gli scontri che hanno visto in particolare protagonisti i gruppi facenti capo ai Cuomo e ai D’Elia sin dal maggio 2016, quando fu documentata una violenta rissa in strada che vide coinvolti elementi di due diversi gruppi criminali.

L’episodio scatenò una caccia all’uomo tra componenti dei gruppi avversi, armati e pronti allo scontro, che durava tutta la notte si terminò solo la mattina seguente con la telefonata di pacificazione registrata dai militari del Ros, tra membri apicali del gruppi, ispirata dalla notte che “aveva portato consiglio”, che riusciva a far tornare improvvisamente la pace la saggezza da tutti i protagonisti di quella notte di follia.

Le indagini dei Ros hanno ricostruito l’egemonia dei Cuomo sul territorio. Le indagini condotte dalla Mobile della Questura di Salerno e del commissariato di Nocera Inferiore. Le attività condotte in seguito alla violenta sparatoria del 5 ottobre 2016 hanno portato al fermo di indiziato di delitto nei confronti di Marco Iannone e Mario Tortora eseguiti il 30 ottobre.

C’è poi il terzo gruppo armato dedico al traffico e allo spaccio di stupefacenti, attivo nel rione Piedimonte, e facente capo a Giuseppe Bergaminelli e Giuseppe Abate (figlio del noto boss Mario Abate). Bergaminelli fu arrestato per il possesso di una pistola 9 x 21 con matricola abrasa, avvenuto il 2 ottobre nei locali della pizzeria presso la quale lavorava.

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Gianfranco Pecoraro – Le Cronache
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