Il 59 % delle scuole necessita interventi e manutenzione urgente. Il 90 % si trova in aree a rischio sismico

La scuola campana? Luci ed ombre. Una situazione che in graduatoria vede Napoli 39a prima tra le grandi città del sud, Avellino (49º) e Salerno (55º) che si posizionano in zona centrale. Per il secondo anno, inviano dati incompleti Caserta e Benevento e per questo non entrano in graduatoria. In linea con la media nazionale i dati sulla vetustà degli edifici, il 65,1% è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974 e di quella sul collaudo statico del 1971, nonostante la regione presenti una percentuale di edifici di più recente costruzione superiore alla media, nessuno risulta edificato secondo i criteri della bioedilizia. Solo 19,8% degli edifici è stato costruito con criteri antisismici e sul 28,3% è stata eseguita la verifica di vulnerabilità antisismica, percentuali troppo basse se consideriamo che ci troviamo in una regione dove il 90,5% delle scuole è in aree a rischio sismico.
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La fotografia è stata scattata da Ecosistema Scuola 2016, l’indagine di Legambiente sullo stato di salute dei 533 edifici scolastici campani frequentati da oltre 121mila studenti presenti nei 3 capoluoghi di provincia. Giunta alla XVII edizione, l’indagine nasce con l’obiettivo di restituire una fotografia di quanto le amministrazioni comunali, che hanno competenza sulle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado investono su politiche che intrecciano la sicurezza e la sostenibilità degli edifici con la diffusione di buone pratiche.

I certificati di agibilità, collaudo statico, igienico-sanitario, i e impianti elettrici a norma sono tutti sopra al 94%. Sei scuole su dieci hanno certificato di prevenzione incendi. Solo il 9,6% degli edifici ha effettuato interventi per eliminazione barriere architettoniche. Sebbene in Campania siano aumentati gli edifici che hanno goduto di manutenzione straordinaria (65,8% a fronte del 46% della media nazionale), sono ancora tantissime le scuole che hanno bisogno di interventi urgenti (59,3%). Salerno la città che è intervenuta di più sui suoi edifici. Il dato sull’esigenza di manutenzione è dovuto presumibilmente anche ai pochi investimenti che i Comuni hanno sostenuto sia per la manutenzione ordinaria che straordinaria. Si parla infatti di una media per edificio di € 8.460, a fronte dei € 38.598 del dato nazionale, per la manutenzione straordinaria, quindi per la manutenzione ordinaria di € 4.252 contro i € 9.419 di media nazionale.

Tra i nuovi indicatori inseriti quest’anno, si segnalano i dati sulle indagini diagnostiche, gli interventi ai solai delle scuole, la classe energetica degli edifici scolastici e la presenza di reti cablate, per restituire così un quadro ancor più completo. In Campania su 533 edifici scolastici monitorati il 59,3% necessita di interventi di manutenzione urgenti. Solo il 0,2 % delle scuole ha effettuato indagini diagnostiche dei solai. Il 89,9% dispone di reti wi-fi, mentre solo l’0,2% di rete completamente cablata.

E’ sul fronte dei servizi che i Comuni dovrebbero investire maggiormente: solo il 6,8% delle scuole viene ,garantito il servizio di scuolabus (24,3% la media nazionale), solo 8,7% delle scuole hanno una biblioteca. Il 47% degli edifici hanno giardini o aree verdi fruibili mentre il 28,7% degli edifici sono con strutture sportive. Sul fronte dei servizi e pratiche ecocompatibili le città campane si mostrano forti soprattutto sul fronte della raccolta differenziata di tutti i materiali (vicini al 96%, ben al di sopra della media nazionale), soprattutto a Napoli dove tutte le scuole la praticano. Se la media di biologico nei pasti delle mense è del 30%, contro il 53,5% del dato nazionale, i pasti con prodotti certificati IGP e Dop sono il 65% rispetto al 24,2%; vengono inoltre privilegiati prodotti a Km0 (100% mense rispetto al 75% della media nazionale) e nei bandi comunali viene richiesta la stagionalità dei prodotti.

Siamo invece ancora molto lontani riguardo la questione fonti rinnovabili: hanno investito in energie alternative per le loro scuole Avellino sul 22% di edifici mentre Napoli solo sul 5%. Nelle scuole dove sono presenti impianti, per oltre il 93% riguarda il solare fotovoltaico. Nessuna informazione viene fornita sulla percentuale di copertura dei consumi da rinnovabili.

Riguardo le situazioni di rischio, Napoli la città che ha svolto monitoraggi sulla presenza di amianto negli edifici scolastici: il 5% sono risultati casi certificati, solo nel 2,5% degli edifici sono state svolte azioni di bonifica.

“ Le scuole campane – ha dichiarato Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania – possono e devono diventare un grande cantiere di innovazione diffusa, uscendo così da una situazione di arretratezza e insicurezza, di sprechi in bolletta, per restituire alle città e agli studenti spazi sicuri e adatti a una moderna didattica. Per accelerare la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico, è necessario il completamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica per avere entro il 2020 un fascicolo del fabbricato per ognuna delle scuole esistenti in Italia, con tutte le informazioni e certificazioni indispensabili a individuare problemi e priorità di intervento; riducendo e semplificando le linee di finanziamento per superare le difficoltà di accesso ai bandi e di realizzazione degli interventi; cambiando il ruolo della Struttura di missione per  supportare i Comuni a superare i problemi di accesso ai bandi, coinvolgendo l’ANAC per individuare procedure efficaci e trasparenti.”

Napoli si conferma prima città del sud. Indagine ha coperto 402 edifici scolastici per una popolazione di oltre 90mila studenti. Tutti gli edifici hanno il certificato di agibilità, di collaudo statico, di agibilità igienico sanitaria e sono dotati di porte antipanico e hanno effettuato prove di evacuazione. Sono solo 71 gli edifici costruiti con criteri antisismici e su 122 è stata eseguita la verifica di vulnerabilità antisismica. Su nessun edificio, negli ultimi due anni, è stato effettuato indagini diagnostiche sui solai. Nel 2015 su 29 edifici sono stati effettuati interventi di messa in sicurezza. Il 65% degli edifici necessitano di interventi urgenti di manutenzione straordinaria per adeguamento alle norme e per eliminazione rischi, principalmente per impiantistica e prevenzione incendi. In tutti gli edifici napoletani si pratica la raccolta differenziata e tutte le mense sono servite da pasti biologici.

Segue Avellino al 44posto, dove sono stati 27 gli edifici monitorati per una popolazione scolastica di oltre 6500 ragazzi. Solo dieci edifici sono costruiti secondo criteri antisismici e solo su undici è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica. Tutti hanno il certificato di idoneità statica e agibilità igienico sanitaria e sono dotati di porte antipanico, dotati di impianti elettrici a norma. Sono sette gli edifici che necessitano di interventi urgenti di manutenzione straordinaria per adeguamento sismico. In tutti si pratica la raccolta differenziata e in 16 edifici si servono pasti biologici.

Salerno si assesta metà classifica al 52posto. Nel capoluogo salernitano il monitoraggio è stato effettuato su 45 edifici scolastici frequentati da circa 12mila ragazzi. Solo tredici edifici sono stati costruiti secondo criteri antisismici, solo su un edificio è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica. Tutti gli edifici sono dotati di impianti elettrici a norma, mentre sono stati 40 gli edifici che hanno goduto di interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni. In tutti gli edifici si pratica la raccolta differenziata, e si servono pasti biologici. Tre edifici utilizzano fonti d’energia rinnovabile. Sono 14 gli edifici con giardini e area verde fruibile e 26 gli edifici scolastici che dispongono di strutture sportive aperte.

Il dossier completo è disponibile sul sito www.legambiente.campania.it

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