I “dissidenti” non si piegano ai due clan riappacificati

NOCERA INFERIORE. Prima amici, poi nemici, poi di nuovo amici e successivamente la pace e quindi l’egemonia sulle piazze di spaccio ma ci sarebbe chi, a questo strapotere, avrebbe detto di no. Questo quanto da agosto scorso sta accandendo in città per il controllo dello spaccio in particolare di cocaina ma anche di altre droghe.
L’ultimo eclatante episodio martedì 25 ottobre scorso cvon la sparatoria davanti al Planet Words, palestra con accesso da via D’Alessandro a Cicalesi. Per la rapina di uno scooter utilizzato nell’agguato di 5-6 persone al 31enne Francesco Manzo, “Chicco ‘a Mafia”, è stato fermato il 33enne MarioTortora (che si è costituito domenica sera) di Nocera Inferiore. Asuo carico e a quello del coetaneo Marco Iannone c’è stato il fermo di indiziato di delitto per la detenzione e il porto di una pistola di grosso calibro utilizzata per la rapina del Tmax al figlio di un noto costruttore nocerino e, probabilmente anche per la sparatoria davanti alla palestra, tutto sempre martedì sera.

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Manzo, il bersaglio dell’agguato, avrebbe sparato con altra pistola per difendersi dagli attentatori e quindi anche per lui è scattato anche il fermo per detenzione di una pistola non ritrovata. La detenzione e il porto di pistola e la rapina sono aggravati dal fare mafioso, ossia per agevolare l’organizzazione criminale di cui farebbero parte Tortora e Iannone. Da qui, l’intervento della Dda di Salerno, con il pm Vincenzo Senatore, che ha coordinato le indagini del commissariato di polizia di Nocera Inferiore, diretto dal vicequestore Giuseppina Sessa e dal sostituto commissario Attilio Iannone, e dalla squadra Mobile con il dirigente Tommaso Niglio e il funzionario Lorena Cicciotti.
C’è un quarto indagato, di cui non è il caso di fare il nome in queste ore, per favoreggiamento, avendo fornito agli investigatori false dichiarazioni.
Numerose le perquisizioni operate da giorni dalla polizia di stato e che stanno dando i loro frutti, in un’inchiesta che appare tutt’altro che conclusa.
LA POSSIBILE RICOSTRUZIONE
Ad agosto scorso si sarebbero rotti gli equilibri. I gruppi attivi a Casale Nuovo con amicizie importanti a Cupa del Serio e fornitori di stupefacenti nell’area napoletana (in particolare i Mazzarella di San Giovanni a Teduccio) rompono gli equilibri e vanno a finire in contrasto con “quelli di Piedimonte”, già finiti nell’inchiesta Crucifix. da qui, la prima battaglia per la conquista del campo o meglio delle piazze di spaccio nocerine La battaglia di settembre
Domenica 4 settembre scorso, davanti all’ingresso del parco giochi di via Filangieri, vicino alle palazzine Iacp di Cupa del Serio (foto n.1),

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come ha raccontato agli inquirenti il 33enne Marco Iannone, mentre aspettava una persona sarebbe stato avvicinato da due uomini a bordo di uno scooter con il volto coperto da casco che avrebbero detto: «Cca cumanname nuje» (qui comandiamo noi) e gli avrebbero sparato tre colpi di pistola, di cui due andati a segno (con uno entrò e uscì dalla gamba). Da qui la sua paura e l’allontanamento, forse fuori regione. Gli inquirenti ritengono, in queste prime indagini, che il giorno dopo, lunedì 5 settembre scorso, in risposta a questo agguato sarebbe stato tentato l’omicidio del 24enne Ciro Rosario Terracciano d iSan Giovannia Teduccio o forse di altri davanti al circolo in via Luciano Gambardella a Casale Nuovo (foto. n2).

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A questo punto sarebbe seguita la contro risposta, nel pomeriggio del 5 settembre, dei nove colpi di pistola sparati contro il 28enne Mario Sarno (foto n. 3), cugino di Iannone, in via Urbulana 10 a Piedimonte.

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Da qui l’azione di riamando con l’agguato ai fratelli Antonio e Marco De Napoli (foto n. 4)

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in via Filangieri, nelle palazzine di via Cupa Del Serio. Iannone, secondo le prime risultanze avrebbe tentato il duplice omicidio direttamente o tramite altre persone prima contro uno dei due fratelli (pare Marco) pur volendo cercare Antonio e avrebbe cominciato a sparare senza colpire il bersaglio. L’attentatore sarebbe salito sopra e avrebbe cercato di entrare in casa dei De Napoli, senza riuscirvi per la tempestiva reazione di una persona all’interno dell’apparta- mento. Insomma un botta e risposta tra due gruppi di fuoco.
Il giorno dopo, martedì sei settembre, Terracciano (foto n.5),

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armato di pistola calibro 9, stava parlando con altre due persone, infatti, proprio davanti al circolo di via Luciano Gambardella, quando la polizia lo ha arrestato, per il possesso di una pistola calibro nove con il colpo in canna, mentre i due sono fuggiti via.
La presunta pax
Dopo questi quattro episodi, si farà vivo Iannone con gli investigatori, mentre Antonio De Napoli, poco dopo l’agguato, si presentò spontaneamente ai carabinieri che lo ricercavano per notificargli un aggravamento della misura cautelare, come deciso dal tribunale del Riesame (una decisione, però, che potrebbe essere stata adottata anche per calare la tensione visto quello che sta accadendo in città). Poi la calma, forse frutto di una pace che sarebbe stata il frutto di una pressione da parte dei fornitori di droga del napoletano.
Da qui, i due gruppi, quello di Casale Nuovo e di Piedimonte, avrebbero costituito una sorta di Ati, un’associazione temporanea d’impresa per lo spaccio di droga. Da qui, il nuovo cartello avrebbe avuto l’egemonia in città. Un’egemonia che avrebbe fatto storcere il muso ad altri gruppi della malavita nocerina e a singoli delinquenti.
La battaglia di ottobre Il nuovo conflitto si evidenzia domenica 23 ottobre scorso. Intorno alle 19 (foto n.6),

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in via Atzori, poco lontano dall’ingresso al rione Calenda, due uomini su uno scooter avrebbero affiancato una Smart con due persone a bordo e avrebbero sparato tre colpi da una pistola di grosso calibro colpendo in una natica Francesco Manzo Una vicenda tutta da chiarire per movente e modalità di esecuzione anche perché la strada dove sarebbe avvenuto l’agguato era trafficatissima (via Atzori è l’ex strada Nazionale) a quell’ora e appare strano che nessuno abbia visto o sentito il rumore di tre colpi di pistola.
Poco dopo (foto n.7),

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durante un servizio di pattugliamento, una volante della polizia del commissariato nocerino è entrata nel parco delle cooperative in via Giorgio Amendola, alle spalle di via Atzori. Da lontano ha scorto una Lancia Y con il vetro posteriore in frantumi e si è avvicinata. Gli agenti hanno così scoperto che la vettura era stata crivellata nel vetro postiere e nella parta baule da nove colpi di pistola, calibro 9X18 o 9X21. Avvertito il proprietario dell’auto, si è stabilito con la Y era a disposizione del 31enne Domenico Rese, anch’egli noto alle forze dell’ordine. Immediatamente sono scattate le indagini oltre al sequestro dell’auto. Il giorno successivo, lunedì 24 ottobre, di sera, nei pressi del solito circolo all’angolo tra corso Vittorio Emanuele e via Luciano Gambardella, la polizia ha arrestato il 39enne Diego Landino (foto n.8)

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con un’arma addosso.
Il giorno dopo siamo alla sparatoria davanti alla palestra a Cicalesi: martedì 25 ottobre.
Poco prima, Mario Tortora avrebbe rapinato in via San Pietro, all’altezza dell’ufficio Postale (foto n.9)

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uno scooter davanti a un Tmax. probabilmente l’azione segue uns presunta perlustrazione in un parrucchiere della zona alla ricerca di Manzo che era a bordo di un altro scooter. Dopo questo l’inseguimento, culminato davanti al piazzale della palestra (foto n.10)

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in via D’Alessandro. Qui, si indaga su un’ipotesi che potrebbe vedere Tortora, Marco Iannone e altre tre o quattro persone inseguire e sparare contro Manzo che ha risposto a colpi di pistola. L’agguato va male e non si contano vittime. Poche ore dopo Mario Sarno viene fermato dalla polizia per il possesso di una pistola.
E siamo ai fermi di domenica sera, 30 ottobre, di Iannone, Manzo e Tortora: è finita qui?

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Le Cronache

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