Romoletto parla, e sul registro degli indagati finiscono altri due nomi eccellenti: Enrico Pennarola e Patrizia Paolino. Entrambi familiari del sindaco Pasquale Aliberti e della moglie consigliera regionale Monica Paolino. A mettere nei guai la sorella dell’onorevole regionale e suo marito, le recenti dichiarazioni del capo clan Romolo Ridosso, rilasciate al pubblico ministero della Dda Vincenzo Montemurro, titolare dell’inchiesta che vede già indagati, oltre i coniugi Aliberti-Paolino, anche il fratello Nello Maurizio Aliberti, lo staffista Giovanni Cozzolino (finito anche nell’inchiesta “Mal Comune”, dei furbetti del cartellino”),la segretaria comunale Immacolata Di Saia, l’ex dirigente (dimessasi dopo l’avviso di garanzia) del Piu Europa e rup del progetto ex Copmes Maria Gabriella Camera, il consigliere comunale Roberto Barchiesi, l’ex consigliere comunale e provinciale Raffaele Lupo, il vice presidente Acse Ciro Petrucci e i componenti del clan Ridosso-Loreto.
Enrico Pennarola e la moglie Patrizia sono stati avvisati venerdi sera, a seguito di una perquisizione degli uomini dell’antimafia guidati dal capitano Fausto Iannaccone. Entrambi sono indagati per violenza privata, istigazione a violenza, più l’aggravante mafiosa. L’accusa nasce dall’episodio raccontato da Romolo Ridosso, quando l’imprenditore conserviero si rivolse al capoclan per mettere a tacere i bollori di un giovane scafatese palestrato, che secondo Pennarola avrebbe infastidito la moglie. Il ragazzo si giustificò mostrando messaggi sul cellulare e addebitando la colpa alla Paolino. In risposta, si beccò un ceffone, che sortì l’effetto voluto, far desistere il ragazzo dalle avance alla signora Pennarola.
Non solo, Enrico Pennarola viene descritto come un collaboratore del clan, con il quale si sarebbe scambiato favori, tra cui assunzioni di personale ai fini di truffe all’Inps e fatture false. L’imprenditore conserviero, però, entra nella scena politica scafatese anche e soprattutto perché fu nominato da Pasquale Aliberti, nel dicembre 2013, presidente della Scafati Sviluppo, la stu che porta avanti proprio il progetto ex Copmes. Si dimise “per impegni lavorativi” dopo appena un mese. In quella circostanza, il primo cittadino si sfogò facendo ricadere le responsabilità sulla coppia di dissidenti Pasquale Coppola e Pasquale Vitiello. Durante la perquisizione nell’abitazione di via Aquino, che si trova a pochi passi dalla residenza del sindaco, gli uomini dell’antimafia hanno sequestrato i personal computer e gli smartphone in uso ai coniugi Pennarola, sarebbe stata acquisita anche la documentazione contabile dell’imprenditore Enrico. Materiale ritenuto interessante per le indagini.
Non si escludono ulteriori sviluppi nei prossimi giorni.
Adriano Falanga – Le Cronache
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