SAN MARZANO SUL SARNO. Notificati ben 27 avvisi di garanzia per illeciti edilizi commessi tutti nel Comune di San Marzano sul Sarno. A finire nei guai 3 dirigenti dell’ufficio tecnico del comune di San Marzano, unitamente a 7 progettisti locali, e altre 17 persone tra legali rappresentanti delle ditte esecutrici dei lavori e i proprietari degli immobili che commissionavano gli interventi edilizi. L’indagine, eseguita dai Carabinieri della locale stazione agli ordini del comandante Antonio Loffredo e coordinata dal Pm Roberto Lenza della Procura di Nocera inferiore, è l’ennesima occasione che porta il piccolo comune dell’agro alla ribalta delle cronache giudiziarie per vicende edilizie.
Sul libro degli indagati sono finiti l’ingegnere Nunzio Ariano (59enne di Torre Annunziata), alla guida del settore edilizia privata sino al 2015; l’attuale responsabile l’ingegnere Salvatore Silvestri (67enne di Sant’Egidio del Monte Albino) e un tecnico istruttore il geometra Aniello Fiume (61enne di San Marzano). Tra i tecnici progettisti e direttori dei lavori ai quali vengono contestati diversi illeciti ci sono Aurelio Calenda, consigliere comunale e già assessore nella scorsa consiliatura, Giulio Franza (42 anni), Roberto Esposito (37 anni), Massimo Perrino (34 anni), Silvio Iaquinandi (47 anni) e Carmine Bennato (46 anni) tutti di San Marzano. E Gabriele Genchi 63enne di Salerno.
I proprietari degli immobili finiti sotto accusa sono: Alfonso Comunale (68 anni), Raffaele Novità (56 anni), Teresa D’Avino (55 anni), Giovanna Franza (64 anni), Elisa Franza (62 anni), Michele Aquino (70 anni), Giacomo Iaquinandi (61 anni), Angelina Capone (47 anni), Grazia Di Palma (65anni), Maria Anna Zeffiro Ceglia (52 anni), Antonio Di Palma (58 anni), Giuseppa Isonzo (60 anni), Giuseppe Bennato (48 anni). Mentre i legali rappresentanti delle ditte esecutrici sono Felice Annunziata (68enne di Terzigno), Alfonso Calenda (30enne di San Marzano), Coletta Capuozzo (49enne di Portici) e Salvatore Pappacena (63enne di Sarno).
Secondo la procura su ben 8 immobili sono stati rilasciati permessi senza il parare di competenza della Sovrintendenza Archeologica, Belle Arti e paesaggistica, mentre per altri 4 sono stati rilasciati permessi nonostante fossero sottoposti al vincolo paesaggistico. Tra i circa quindici immobili sottoposti a sequestro cautelare su uno di
questi vengono contestate mutazioni di destinazione d’uso di porzioni di fabbricato da adibire a pertinenze agricole invece sono diventate civili abitazioni. Un altro mutamento di destinazione d’uso è stato accertato per un piano interrato (da garage è diventato tavernetta) e con una semplice dichiarazione di inizio attività sono state edificati altri due piani sovrastati dove il progettisti certificava l’esistenza degli stessi al momento della presentazione della DIA per ristrutturazione.
Un’altra rappresentazione delle stato di fatto non rispondente al vero ha permesso la divisione e l’aumento di altezza e dunque di volumetria per una sottotetto tecnico trasformato in una mansarda abitabile. Un altro manufetto è stato costruito in difformità degli elaborati grafici depositati al momento della richiesta di permesso a costruire, edificando la costruzione ad una distanza inferiore ai 15 metri dal confine.
Raimondo Aufiero – Le Cronache