Maurizio Patriciello il parroco di Caivano, stamattina ha presentato il suo libro sulla Terra dei Fuochi a Nocera Inferiore: raccontata attraverso diverse testimonianze. Una realtà che ancora oggi esiste ed è a pochi chilometri da noi, dal nostro agro nocerino, dalla nostra Nocera che, in misura diversa, è una terra inquinata costantemente da due corsi d’acqua: Cavaiola e Solofrana.
Molte le persone che hanno assistito alla presentazione presso la Caffetteria Blues, organizzata dal settimanale diocesano “Insieme”: tra gli ospiti S.E. Monsignor Giudice Vescovo di Nocera – Sarno. Nonostante i rumori provenienti dal traffico cittadino, Patriciello ha incantato i presenti, i suoi racconti su quella terra martoriata dai roghi e dalla Camorra ha scosso le coscienze, ha invitato ad una profonda riflessione su quello che oggi sta accadendo. I suoi ricordi di parroco in una città al confine tra le province di Napoli e Caserta, quando vi arrivò nel 1990, sono il segno più tangibile della presenta di due Stati, la Repubblica Italiana e la Repubblica della Delinquenza Organizzata. Sensazione che ha tastato quando incontrò il boss locale, il quale gli disse: “Don Patriciello, noi prima della Terra dei Fuochi, avevamo i nostri affari. Ci occupavano di droga, di appalti pubblici, di pizzo, di edilizia, tutto doveva passare per le nostre mani. Poi, sono arrivati gli industriali del Nord e del Centro Italia, loro ci hanno indicato come fare i soldi con la mondezza. Non avevamo pensato a questa cosa e posso dire che con loro i nostri guadagni sono raddoppiati”. Un fiume in piena il padre di Caivano, con uno sporadico intercalare in lingua napoletana cbe rendeva più comprensibili i suoi aneddoti. Il prete tra la gente, tra i più bisognosi, tra gli ultimi, questo é il vestito che indossa Patriciello, schietto nelle sue osservazioni, anche quando ha parlato delle vele di Scampia: “Io metterei in galera chi le ha progettate ed i politici che hanno avallato la costruzione”. Non è mancata una frecciatina alla legge anti terra dei fuochi, il termine “abusivamente”, secondo il parroco, esclude tutti coloro che violano la norma in regime di autorizzazione, sorpresi a commettere illeciti.
Giuseppe Colamonaco