Guerra a Piedimonte Tre agguati. Prediletta la pista dello spaccio

NOCERA INFERIORE. Tre agguati in poche ore nella zona di Piedimonte. Un solo ferito ma i tre episodi sembrano legati tra loro.
Tutto sarebbe iniziato nella serata di domenica, quando un paio di colpi di pistola avrebbero raggiunto il 33enne nocerino Marco Iannone, volto noto agli inquirenti. Colpi di striscio o poco più, tanto che medicate le ferite alle gambe, il pregiudicato di via Napoli sarebbe stato dimesso.

Nel pomeriggio di ieri, invece, ignoti, pare a bordo di una moto, hanno preso di mira il portone di casa del cugino di Iannone, il 29enne Mario Sarno, nei pressi del crocifisso in via Piccolomini d’Aragona, nello storico quartiere di Piedimonte. Poco dopo, una persona già identificata dagli inquirenti ed anch’egli volto noto, avrebbe raggiunto l’abitazione dei fratelli Antonio e Marco De Napoli in via Filangieri (zona Cupa del Serio (le palazzine a ridosso di Piedimonte), hanno incontrato uno dei due fratelli (pare Marco) anche se avrebbe cercato Antonio e avrebbe cominciato a sparare senza colpire il bersaglio.

L’attentatore sarebbe salito sopra e avrebbe cercato di entrare in casa dei De Napoli, senza riuscirvi per la tempestiva reazione di una persona all’interno dell’appartamento.
Immediatamente sono scattate le ricerche delle persone coinvolte che al momento non sarebbero reperibili. Intanto, strana atmosfera a Piedomonte e a Cupa del Serio dove c’era un via vai di auto, la presenza massiccia di carabinieri e molte persone, tra cui capannelli di giovani, pare a discutere di quanto accaduto.

La zona di Piedimonte era particolarmente importante per lo spaccio e con due operazioni, “Scampia”, “Scacco Matto” e “Crucifix” (erano indagati proprio Sarno e Iannone) era stata debellato il traffico di cocaina che veniva venduta sotto i porticati delle palazzine a Cupa del Serio e tra il Crocifisso di via Piccolomini d’Aragona e via Urbulana, a breve distanza dal tribunale di Nocera Inferiore e da una scuola media.

Si teme che questi tre episodi siano legati tra loro e che possano riferirsi allo spaccio di stupefacenti. Il pm Giuseppe Cacciapuoti coordina le indagini dei carabinieri del maggiore Enrico Calandro.

Gianfranco Pecoraro – Le Cronache
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