«Non sono questo mostro». Così conclude un breve messaggio su facebook (foto utilizzata per il post) il sindaco Pasquale Aliberti, considerato di essere il mandante delle minacce alla giornalista Valeria Cozzolino e che sarebbero state messe a segno dal fratello Nello Aliberti e dall’esponente della criminalità locale, Gennaro Ridosso. Su facebook scrive il primo cittadino: «Dopo la #bomba, il #proiettile e lo #stalking sono stato denunciato anche come mandante per #minacce di morte. Fiducia nella #magistratura che conduce, su denunce, le proprie indagini ma ai miei cittadini sento assolutamente il bisogno di poter gridare forte: #NonSonoQuesto Mostro #UnAbbraccioForteAdOgnuno DiVoi».
Un chiaro tentativoi di prendere le distanze alle ipotesi investigativa a suo carico e culminato con un avviso di garanzia. L’indagine della Dda riguarda solo le minacce di morte rivolte alla collega Cozzolino, e non ad altre persone, che nel maggio 2013 scriveva per il quotidiano Metropolis (poi andrà via di lì a poco dal giornale). In quei giorni di campagna elettorale del 2013 era apparso sul quotidiano locale un articolo della Cozzolino su un presunto abuso edilizio presso l’abitazione dove abita la famiglia del primo cittadino e il fratello. Incontrata per strada, al rimprovero della giornalista che aveva visto strappare alcune locandine del giornale, secondo l’ipotesi investigativa, Nello Aliberti avrebbe affermato: “Se non la smetti una volta per tutte di scrivere contro di noi farai una brutta fine”.
Subito dopo, Gennaro Ridosso che era in compagnia di Ridosso, avrebbe affermato: “Sai chi sono io? Ti ammazzo e non faccio ritrovare il tuo cadavere”. Minacce che per il pm sarebbero state affermate avvalendosi delle condizioni e della forza intimidatrice prevista dall’articolo 416 bis del codice penale ossia dell’associazione per delinquere di stampo camorristico.
Il sindaco, però, di fatto si dice del tutto estraneo e, in un silenzio assordante della sua stessa maggioranza, di fronte a questa ennesima tegola che lo colpisce, è l’unico a scendere in campo nettamente a difesa sua, ricevendo qualche attestato su facebook ma di quasi tutti i consiglieri comunali (tranne Teresa Formisano, ad esempio), delle sue truppe non c’è traccia o quasi.