NOCERA INFERIORE. In molti reparti viene violata la norma prevista dalla legge n. 161/2014 in merito all’orario di lavoro, riposi e le buste paga non corrispondono alla realtà.
Queste due delle segnalazioni fatte alla dirigenza dell’Asl salerno dal sindacato Nursid che segue gli infermieri e relativo all’ospedale di No- cera Inferiore. Ma all’“Umberto I”, secondo la rappresentanza sindacale, ci sarebbe una dipendente che «percepisce ancora l’indennità prevista per coloro che lavorano presso il reparto di radiologia nonostante la medesima, con varie note, abbia comunicato all’Azienda di non averne diritto perché non più in servizio presso il predetto reparto dal 2014 e che un rappresentante sindacale nonostante, sia in aspettativa al 50%, ad oggi percepisce l’intera retribuzione».
Una segnalazione preceduta da una punta di piccata polemica: « il Dr.Longo, senza conoscere in fondo i fatti, esprimeva la propria condivisione sull’operato finora svolto dalla Direzione amministrativa del P.O. di Nocera, finalizzato ad una gestione, a suo dire, efficiente ed efficace».
In un’altra nota del Nursid, il sindaco spera: «in una fattiva collaborazione, da anni ormai si succedono direttori e commissari ma le problematiche sembrano essere sempre le stesse, forse è arrivato il momento di un cambio di rotta anche nella dirigenza dei vari presidi ospedalieri? Pensiamo proprio di sì».
Il sindacato chiede all’Asl Salerno: «Equità di tratta- mento tra tutti i lavoratori di questa Asl che ancora oggi percepiscono indennità diverse; miglior organizzazione neigli ospedali di maggior rilievo, come quello di Nocera e di Vallo, garantendo quelle specialistiche individuate dal nuovo e vecchio piano ospedaliero; reclutamento di nuovo personale infermieristico, oss, garantendo la stabilizzazione dei 42 bis, così come avviene in altre realtà della Regione Campania; prosieguo dei lavori con la rsu e le OOSS sull’orario di lavoro, altro elemento di disparità tra le varie amministrazioni; regolamentazione della mobilità interna che sia un diritto di tutti poter cambiare reparto e non ad appannaggio di pochi; maggior controlli sulle liste di attesa e su quei reparti e/o ospedali che funzionano come cliniche private».
Alessio Vicidomini – Le Cronache