La mostra di Vincenzo Dino Patroni

L’opera dedicata a Pino Daniele esposta per la prima volta in Italia dopo essere stata ammirata nel Museo della Musica.
La scultura in ferro “ Napule…è ” che lo scultore, pittore e medaglista salernitano, Vincenzo Dino Patroni, ha voluto dedicare al compianto compositore napoletano Pino Daniele, è stata la protagonista della mostra di scultura e ceramica organizzata nell’ antico Giardino di Casa Altieri, in Via Tasso, dall’Associazione Culturale Adorea, presieduta dall’avvocato Bernardo Altieri, e voluta dal Comune di Salerno, nelle persone del Consigliere Comunale Dario Loffredo e del Sindaco Vincenzo Napoli, in occasione della manifestazione “Salerno Porte Aperte”.

L’opera dedicata a Pino Daniele è stata esposta per la prima volta in Italia dopo essere stata ammirata per tre mesi nel “Museo della Musica” di Barcellona, dove ha partecipato ad un concorso internazionale di scultura innovativa dedicato ai grandi maestri della musica contemporanea:” E’ realizzata in tondini di ferro saldati ed è volutamente color ruggine, come la patina naturale e indistruttibile dell’acciaio a significare l’immortalità del grande chitarrista, poeta e cantautore napoletano”, ha raccontato l’autore:” Il titolo “Napule.. è” è ispirato a quello della famosa canzone di Pino Daniele, ma la “ è “, dopo i puntini sospensivi, vuole rimarcare l’esistenza di Napoli : Napoli c’è, Napoli è il Sud, Napoli siamo tutti noi e non è soltanto il Vesuvio che è stilizzato alla base della scultura e che dà origine al golfo con un pentagramma che diventa onda musicale e che riporta le prime note della canzone di Pino Daniele che conclude la scultura emergendo dalle sue tre chitarre preferite”.

Alla presentazione della mostra ha partecipato il Sindaco Vincenzo Napoli che ha lodato l’iniziativa:” L’Associazione Adorea è un’associazione che organizza iniziative culturali di qualità, soprattutto nel centro storico, una zona che ha bisogno di uno slancio definitivo che sicuramente ci sarà anche grazie all’intervento del Governatore, Vincenzo De Luca, che prospetta visioni: l’immagine della città di Salerno, vagheggiata da De Luca, ha in qualche modo qualcosa di artistico”. Il Consigliere Comunale Dario Loffredo ha evidenziato la bellezza del Giardino Altieri: ”Un sito di straordinaria bellezza da salvaguardare e tramandare ai posteri. Salerno cresce anche grazie alle associazioni culturali del territorio, come Adorea.

Bisogna dare uno slancio maggiore alla cultura nella nostra città anche aiutando queste associazioni”. Tra le undici opere esposte, selezionate dalla dottoressa Vittoria Bonani, Past President dell’Associazione Adorea, vi era anche la medaglia in bronzo della Statua del Cristo Redentore di Maratea eseguita lo scorso anno in occasione del Cinquantenario della costruzione della Statua scolpita da Innocenti: ”La prima fusione in bronzo della medaglia è stata donata da me il 12 marzo a Papa Francesco” ha raccontato Patroni che ha esposto anche delle sculture ceramiche chiamate “Bombe vulcaniche”: ” Nascono dai miei trascorsi alle falde del Vesuvio prima, negli anni in cui fui docente all’Istituto d’Arte di Torre Annunziata, e successivamente presso l’Accademia di Belle Arti di Catania dove lavoravo insieme ai miei allievi in un giardino alle falde dell’Etna”.

Esposti anche dei piatti in ceramica e le originali “ askòi” in ceramica: dei contenitori con la bocca decentrata ispirate dalle anfore dell’antica Grecia, realizzate con smalti speciali creati da Patroni nel suo laboratorio di Maratea. Le sculture sono state commentate dallo studioso d’arte Italo Abate, che si è soffermato sulla scultura “Napule …è”:” C’è tutto un mondo nascosto in quei tondini ricurvi. Gli elementi compositivi dell’opera trasmettono il messaggio subliminale: ” la musica è vita e amore”.

Quest’opera avrebbe bisogno di un locus cĕlĕbĕrrimus, cioè il miglior spazio espositivo, Napoli”. Il giornalista Vito Pinto, grande esperto di ceramica, ha ricordato che Dino Patroni, proviene da una dinastia di scultori:” Lo erano sia il nonno, Diomede, sia il padre, Corrado. Dino è uno scultore elegante, un pittore raffinato e un ceramista che “non per caso”, non si è sottratto al confronto con la ceramica. Anzi, in questo particolare e complesso “mestiere”, si è calato non solo per eredità paterna e territoriale, ma per innata vocazione”. Il professor Francesco D’Episcopo, critico letterario, ha ricordato di essere il cugino del grande batterista Tullio De Piscopo che:” Ha il ritmo dentro l’anima”, di aver conosciuto Pino Daniele: ”Un mascalzone latino” e di essere grande amico di Vincenzo Dino Patroni:” Ho sempre ritrovato nelle sue opere il ritmo: Dino ha il Vesuvio dentro”.

Il Presidente dell’Associazione Adorea, l’avvocato Bernardo Altieri ha ricordato gli scopi del sodalizio mentre il poeta Vincenzo Tafuri ha recitato una sua poesia: ”Fluidità scenica” dedicata al Maestro Dino Patroni.

Aniello Palumbo – Le Cronache
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