Cava, Galdi: luminarie Sant’Antonio diatriba alla Guareschi

Sarà il Tar a decidere sulle luminarie per i festeggiamenti di Sant’Antonio a Cava de’ Tirreni. La diatriba tra il sindaco ed il rettore del Santuario di San Francesco, sarà decisa dal tribunale amministrativo, sulla vicenda ha puntualizzato alcuni aspetti, l’ex sindaco metelliano l’avvocato Marco Galdi.

In rete, l’attuale consigliere comunale, ha scritto: “L’amministrazione Servalli, in vista del ricorso al TAR presentato dai legali di Padre Luigi Petrone avverso il diniego di allestire nel centro cittadino luminarie in occasione dei festeggiamenti per Sant’Antonio, abroga gli articoli del regolamento comunale sul centro storico che consente detto allestimento proprio in occasione di questi festeggiamenti (oltre che per Natale e per la Festa della Madonna dell’Olmo).

Si scrive, così, l’ennesimo capitolo di questa storia che sta dividendo l’opinione pubblica, magari distraendola da altre questioni, come la sorte della scuola elementare di S. Lucia, l’idea malsana di smembrare la Metellia o la chiusura di ginecologia ed ostetricia o dei servizi di senologia e gastroenterologia e forse addirittura di pediatria nel nostro Ospedale.
Chi di noi non ha visto con piacere i film ispirati dai romanzi di Guareschi e magistralmente interpretati da Fernandel e da Gino Cervi… Non trovo, però, quell’ironia e quella semplicità bonaria che favoriva il sorriso in questa contrapposizione, che mi pare stia diventando pesante e senza esclusione di colpi.
L’abrogazione del regolamento voluta da Servalli non favorirà la posizione assunta dall’Amministrazione… nel diritto amministrativo vige il principio “tempus regit actum” e quindi il quadro normativo che il TAR valuterà il prossimo 1° giugno è quello vigente all’atto dell’adozione del diniego di allestire le luminarie, non quello successivamente mutato con la delibera di Consiglio comunale di venerdì scorso…
Però il vulnus rimane; lo schiaffo ancora brucia e questa scelta potrà comunque condizionare per il futuro i festeggiamenti a Cava del Santo di Padova.
Allora mi chiedo, perché non andare fino in fondo in questa storia? Perché non lasciare ai cittadini l’ultima parola, celebrando un referendum comunale ai sensi degli artt. 18 e 19 del nostro Statuto e del regolamento approvato con delibera di consiglio n. 11 del 1° febbraio 2016? Grazie allo stimolo dell’opposizione è stato approvato questo regolamento, sia pure in un testo modificato dalla maggioranza e reso di più difficile realizzazione… Se si vuole, quindi, ci sono adesso le condizioni giuridiche per far esprimere il Popolo Sovrano… forse l’unico in grado di mettere davvero la parola fine a questa diatriba… come in un romanzo di Guareschi”.

Redazione

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