In relazione al referendum del 17 aprile in materia ambientale, #CambiaMenti ritiene opportuno ribadire il rifiuto di una politica energetica fatta ancora di petrolio e di inquinamento e, coerentemente, invita a votare Sì al quesito referendario.
Immaginare che il nostro futuro sia fatto ancora di ricerca di oli e gas anche in mare aperto, dopo aver devastato la terraferma come accaduto nella vicina Basilicata, significa essere ciechi e sordi di fronte al pericolo di disastri ambientali: è ancora vivo il ricordo di quanto accaduto nel Golfo del Messico nel 2010 dove sono stati necessari quasi quattro mesi prima di sanare il buco che ha sversato in mare 800 milioni di litri di petrolio.
I danni ambientali derivanti dalla ricerca di idrocarburi per mezzo della tecnica nota come “air-gun” colpisce la fauna marina e provoca, tra gli altri, il fenomeno dello spiaggiamento di delfini e balene.
Le risorse si consumano nel tempo e anche il presunto petrolio italiano si consumerà, in tempi molto brevi. D’altronde, a proposito di quantità estraibili di greggio, è lo stesso Ministero dello Sviluppo ad affermare che: «si tratta naturalmente di stime, cui si deve attribuire un notevole coefficiente di incertezza, dato che sono basate su considerazioni speculative derivate dalle esperienze di precedenti lavori». In definitiva potremmo estrarre petrolio al massimo per circa 3 anni.
Cambiamo decisamente la nostra prospettiva del futuro energetico e guardiamo alle fonti rinnovabili, al risparmio energetico, alle nuove tecnologie che ci consentono ampiamente di sostituire i derivati del petrolio con materiali diversi.
Il nostro petrolio è la cultura, la bellezza, la storia e i paesaggi. E naturalmente il mare.
Il 17 aprile partecipa al Referendum e vota SÌ.
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Comunicato stampa.