Olio tunisino nell’olio italiano: via libera dall’Unione Europea

Il parlamento europeo ha approvato con 500 sì, l’aggiunta dell’olio d’oliva della Tunisia alla produzione di olio in Europa. Saranno 70 mila tonnellate di olio senza nessun dazio che, grazie al provvedimento preso a Strasburgo, potranno passare nel vecchio continente.

A tale decisione, la Coldiretti, resta perplessa paventando in futuro eventuali frodi che potrebbero essere perpetrate. In Italia, il 2015, è stato un anno di ripresa del settore con ottime percentuali, sia nella produzione e sia nella commercializzazione. Infatti, gli agricoltori, proprio ieri a Catania, hanno protestato con un sit in per questa “aggiunta” che cade proprio in periodo di ripresa e che in futuro potrebbe danneggiare la produzione di olio italiano.

Nel nostro paese, Puglia e Sicilia, sono i maggiori produttori di olio d’oliva e ciò che è stato deciso dall’Unione Europea, potrebbe penalizzare proprio il Mezzogiorno. Moncalvo, presidente della Coldiretti al sito La Presse, ha dichiarato: “Il rischio concreto in un anno importante per la ripresa dell’olivicoltura nazionale è il moltiplicarsi di frodi, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e dei consumatori”.

Secondo la Coldiretti, l’aggiunta di olio concordato va a sommarsi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste nell’accordo di associazione Ue-Tunisia, ciò porterebbe a quota 90mila il totale delle tonnellate di olio in ingresso Ue.

In questo nuovo scenario, la richiesta mossa dagli operatori del settore, è il varo di controlli alle potenziali frodi che potrebbero scaturire: magari partire dall’attuazione della legge salva olio del 2013.

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