Considerazioni della FIAB sull’estensione della ZTL su C.so V. Emanuele

Fiab Nocera accoglie favorevolmente l’estensione della ZTL sull’ultima parte del C.so V. Emanuele – Via Gramsci -Via Papa Giovanni XXIII° avvenuta lo scorso 01 febbraio e pur riconoscendo i limiti e le carenze del provvedimento ne coglie positivamente il valore educativo che esso, sia pure parzialmente, contiene.

La Fiab è, infatti, impegnata, nelle varie realtà italiane in cui è presente, nel sensibilizzare le istituzioni, gli enti e i cittadini a sviluppare modelli di mobilità incentrati sulla riduzione del traffico veicolare privato basato sul modello “autocentrico”, prima causa di inquinamento atmosferico, caos, congestione e degrado di gran parte delle città italiane, agendo sia sul piano culturale che della pratica e delle proposte concrete.

Purtroppo, in tante realtà meridionali, le condizioni storiche, urbanistiche, culturali e politiche non hanno consentito di sviluppare nel tempo infrastrutture ciclabili urbane (piste e/o percorsi protetti casa-lavoro casa-scuola). Ciò ha fatto sì che si accumulassero gravissimi ritardi nel progettare un’idea di città che abbia al centro un modello di mobilità realmente sostenibile ed integrata con la presenza di un TPL efficiente e capillare, aree di parcheggio, reti di interscambio, e reti ciclabili, percorsi protetti per pedoni e ZTL estese, rendendo in tal modo l’auto l’ultima delle opzioni possibili, la meno utile e conveniente sulle brevi distanze urbane.

In questo scenario, poco confortante, ed in attesa di una inversione di tendenza principalmente politica e culturale che investa realmente su piani di mobilità urbana che abbiano al centro principalmente le persone e non esclusivamente le macchine (modello arcaico e superato in quasi tutta Europa), l’unica leva sulla quale possono concretamente agire nel breve le amministrazioni comunali è quella di ampliare le ZTL, iniziando appunto da quelle a maggiore vocazione come i centri storici, e attuare una moderazione generalizzata del traffico veicolare che consenta di recuperare spazi alla vivibilità e alla fruibilità collettiva ponendo al centro finalmente l’utente debole della strada (pedoni, anziani, bambini e appunto ciclisti urbani).

Al punto parossistico di invivibilità a cui siamo giunti alternative non esistono. Parlare com’è giusto che sia di azioni correlate e strutturali è comprensibile e doveroso sul piano teorico, ma oggi abbiamo bisogno di iniziative concrete e rapide che agiscano anche immediatamente sul piano comunicativo e culturale. E il cittadino è invitato nel contempo a riflettere se è ancora possibile sul piano etico, morale ed economico agire, in quest’ambito, in maniera del tutto irrazionale. E’ ancora sostenibile questo stile di vita? Vivere a tratti in maniera così disumana e alienante, trascorrere gran parte della giornata chiusi in una scatola di latta anche quando non c’è alcuna necessità, costruire la propria esistenza in funzione esclusiva della macchina: nell’organizzare i propri spostamenti (devo per forza prendere la macchina o ne posso fare a meno; devo passare per forza per quella strada; devo per forza arrivare direttamente dentro al negozio o al bar; devo per far forza accompagnare i figli a scuola in macchina fino all’uscio del portone; posso organizzare parte della mia vita o della mia giornata facendo a meno della macchina). Queste le domande a cui anche il cittadino di Nocera deve dare rapidamente risposta sul piano personale se ha veramente a cuore il proprio futuro e quello dei propri figli, aldilà delle carenze o peggio delle sciagurate scelte politiche sulla mobilità urbana condotte in Italia negli ultimi decenni. In una città, oltretutto, dalle dimensioni ridotte e dalle principali attività concentrate nel raggio di poche centinaia di metri, eppure letteralmente strangolata da un flusso di traffico, endogeno ed esogeno, abnorme al limite del collasso e foriero di un carico di veleni di cui iniziamo ad accorgecene con colpevole ritardo. Come se, appunto, il benzene e le famigerate polveri sottili siano dannose solo se calano sulle grandi città, mentre qui da noi si trasformano in benefici aereosol piuttosto che in quel cocktail micidiale che si aggiunge alle già precarie condizioni ambientali in cui viviamo pericolosamente da anni.

In tale scenario un provvedimento del genere non è affatto risolutivo, è vero, lo riteniamo anche noi parziale e incompleto, ma va purtuttavia accolto con moderata soddisfazione. Non è accettabile infatti aver creato praticamente un free-zone per l’entrata e uscita dalla scuola elementare perpetuando una delle più insane pratiche messe in campo ossessivamente dai genitori d’oggi, l’accompagnamento coatto in auto a scuola dei bambini il più vicino possibile all’ingresso anche quando si abita nei paraggi della scuola, senza cogliere la possibilità di avviare un percorso virtuoso e di grande impatto educativo, coinvolgendo la scuola e gli stessi genitori, di sperimentazione di percorsi protetti di pedibus o perché no di bicibus (realizzati recentemente in tante realtà anche meridionali) in un contesto del tutto favorevole come un centro storico ztl.
Come non è accettabile il perdurare dell’assurdo divieto di transito per le biciclette dalla piazza Municipio che limita fortemente la possibilità di creare un piccolo corridoio di percorrenza ciclabile che dalla nuova ZTL conduca fino al vertice di via Matteotti in sicurezza e nel rispetto del traffico pedonale. Come infine non è più accettabile che la mobilità ciclistica non assuma in questa città status e dignità tale da diventare argomento centrale per le scelte urbanistiche future, non si può continuare a parlare di mobilità o piani di mobilità urbana senza considerare che la vera rivoluzione è quella di creare spazi per la ciclabilità i cui benefici effetti individuali, collettivi, ambientali ed economici sono di valore incalcolabile a fronte di costi bassissimi. E ci auguriamo in tal senso che il nuovo PUM che si andrà a discutere e ad approvare possa finalmente invertire questa triste tendenza.

Non ultima e non meno importante considerazione a proposito delle ansie e delle proteste dei commercianti della zona interessata. Su questo i nostri amici commercianti sono in buona compagnia, l’esperienza di tante città piccole e grandi, anche vicino a noi, ci parlano sempre di opposizioni e resistenze iniziali. La stessa esperienza ci dice però che già a distanza di poche settimane o mesi il tutto si è rivelato sempre e comunque un successo clamoroso al punto che la rinnovata vivibilità dell’area interessata è diventata fonte di attrazione primaria per una nuova e numerosissima clientela prima non raggiunta assolutamente.

In tal senso studi recentissimi delle stesse associazioni di categoria dimostrano questa tendenza, ancor più ampia quando ad essere coinvolto è direttamente il centro storico di una città. E’ giusto e sacrosanto però chiedere attenzione, dialogo e misure di accompagnamento da parte dell’amministrazione al fine di migliorare taluni aspetti e criticità rilevate, ma non è altrettanto giustificato opporsi a prescindere o peggio accampando motivazioni risibili, superficiali e soprattutto smentite dai fatti del tipo “tanto qui non si può fare, non stiamo a Cava o Salerno”, “tanto qui i pedoni non vengono”, “non ci sono parcheggi”, etc. etc.

Né tantomeno deve essere accettata l’idea di una contrapposizione tra favorevoli e contrari. La ZTL per sua natura è sempre ha beneficio di tutti, e tutti devono collaborare per la sua giusta ed equilibrata applicazione perché in fondo ha come obiettivo la riumanizzazione degli spazi, sottratti al predominio delle auto, che diventano così luoghi di incontro, di scambio e di socializzazione

Come Fiab Nocera chiediamo quindi a tutti, amministrazione, cittadini, commercianti, associazioni di collaborare per far sì che queste iniziative siano sostenute, incentivate e soprattutto ampliate, e rappresentino un momento di crescita civile e di maturazione per tutta la nostra comunità.

Nocera Inf. 8 febbraio 2016
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