Nella notte la Procura della Repubblica di Salerno ha emesso un decreto di fermo d’indiziato di delitto, eseguito dalla Squadra Mobile – sezione reati contro il patrimonio – , per i reati di tentato omicidio, porto in luogo pubblico di arma comune da sparo e rapina, a carico di un uomo cinquantenne residente a Salerno, disoccupato.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Salerno, hanno permesso di ricostruire i movimenti dell’ignoto rapinatore nelle fasi immediatamente successive al ferimento dell’impiegata nel patronato CAF di via scaramella, avvenuto la sera del 19 febbraio nel corso di una rapina.
L’uomo immediatamente dopo aver consumato la rapina, si è allontanano repentinamente dal patronato, percorrendo le vie del centro adiacenti al lungomare fino a ritornare verso la sua abitazione situata nei pressi della stazione di Salerno.
Ma grazie al sistema di videosorveglianza di pertinenza di alcuni esercizi commerciali, gli investigatori della Squadra Mobile hanno sia ricavato un’immagine nitida del rapinatore, tale da consentire di poter essere riconosciuto tramite un album fotografico; sia sono stati in grado di documentare i movimenti dell’uomo che ha tentato di nascondersi, dissimulandosi tra la gente e spogliandosi del giaccone blu scuro, indossato al momento della rapina, unico vero tratto distintivo in grado di poterlo far riconoscere.
Tuttavia, grazie all’incalzare dell’azione investigativa, protrattasi incessantemente dalla sera di venerdì fino alla notte di oggi, sono stati raccolti numerosissimi filmati, memorizzati all’interno dei sistemi di videosorveglianza di proprietà di numerosi esercizi commerciali, che hanno fornito immediatamente le immagini in possesso, in grado di poter documentare i movimenti dell’uomo sottoposto a fermo d’indiziato di delitto.
Nel corso della perquisizione domiciliare effettuata a carico della persona fermata sono stati rinvenuti indumenti identici a quelli utilizzati dal feritore della donna impiegata al CAF nonché alcune macchie sui pantaloni di coloro rosso tali da rendere necessario accertamenti scientifici per verificare se si tratti di tracce ematiche umane. Nel qual caso l’Autorità giudiziaria disporrà l’estrazione del profilo genetico per verificare se fosse compatibile con quello della vittima.
Interrogato nella notte, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere innanzi alle contestazioni mossegli dall’Autorità giudiziaria che ha confutato asserzioni contraddittorie, smentite dalle immagini delle telecamere che lo hanno ritratto all’atto di entrare all’interno di un bar ubicato sul lungomare, per non essere intercettato dagli equipaggi della Polizia di Stato, intenti ad accorrere sul luogo del fatto.
Comunicato stampa