Ieri, è stato estradato in Italia un cittadino albanese D.H. Suleiman, indagato per i reati di cui agli artt. 609 quater c.p. (atti sessuali con minorenne), 609 bis – 609 ter (violenza sessuale in danno di minore infraquattordicenne), 615 ter c.p. (accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico), 494 c.p. (sostituzione di persona), 610 c.p. (violenza privata) e 612 bis c.p. ( atti persecutori). Trattasi del primo caso in Italia e verosimilmente in Europa, che un cittadino straniero, senza mai mettere piede nel paese della persona offesa, venga tratto in arresto per reati di violenza a sfondo sessuale consumati a mezzo internet in danno di una minore degli anni 14.
Nel 2012 a seguito di diverse denunce sporte dalla madre e da altri familiari di una minore degli anni 14, residente nell’hinterland salernitano, si procedeva a carico di ignoto, per avere costui, buon conoscitore della lingua italiana, dapprima convinto la minore a denudarsi ed a compiere atti sessuali a mezzo videochat di facebook e poi costretto la medesima, che si era nel frattempo rifiutata di continuare a prestarsi a questi giochi erotici, a compiere ulteriori atti sessuali sotto la minaccia di divulgare i relativi video; ignoto che poi metteva in atto le sue minacce pubblicando su vari profili facebook e su di un Forum (puntualmente oscurati da questa A.G. con decreto di sequestro preventivi di urgenza), inviandoli anche a parenti ed amici della ragazza ed utilizzando in alcuni casi gli account carpiti alla medesima vittima.
Si procedeva, pertanto, attraverso l‘acquisizione dei files di log presso la società Facebook inc, all’identificazione di un cittadino albanese, tale Suleiman, quale titolare della linea telefonica cui era collegato il p.c.
Attraverso l‘espletamento di una rogatoria internazionale in Albania, cui partecipava il Sostituto Procuratore della Repubblica di Salerno, titolare delle indagini, unitamente a personale della Sezione della Polizia Postale di Salerno e dell’Interpol Italia, si effettuavano, nella periferia di Tirana, plurime perquisizioni domiciliari. All’esito delle stesse si procedeva al sequestro dell’hard disk in possesso dell’indagato, da cui veniva estratta copia forense. Attraverso l’analisi informatica, particolarmente complessa, dell’hard disk, la polizia postale acquisiva ulteriori elementi di prova suffraganti la responsabilità del predetto (tra le altre, 52 immagini pedopornografiche; numerose immagini di giovani ragazze prodotte presumibilmente con webcam; diverse immagini della nipote minorenne dell’indagato, ritratta in pose ammiccanti; varie fotografie della figlia maggiorenne scattate mentre la stessa compiva sessuali col marito). Infine la minore, attraverso la visione di una serie di foto scattate dalla p.g. in occasione della perquisizione, riconosceva, per averla vista più volte in videochat, senza ombra di dubbio la stanza da cui l’albanese la contattava attraverso internet. All’ esito delle indagini veniva, pertanto, avanzata richiesta di misura cautelare in carcere, prontamente accolta dal Giudice per le indagini preliminari Sede, cui seguiva una richiesta di estradizione ex art. 720 c.p.p. e ciò in quanto l’Albania non ha ancora aderito al trattato di Shengen, a fronte dei 25 paesi europei che ad oggi ne fanno parte. Il Dedej veniva, quindi, sottoposto in Tirana in data 16/7/2015 ad arresto provvisorio a fini estradizionali, cui seguiva la formale richiesta di estradizione da parte del Ministro della Giustizia. Dopo essere stato preso in carico in Albania dalla Interpol Italiana, una volta giunto in Italia, ieri l’uomo è stato formalmente tratto in arresto dalla polizia postale della Sezione di Salerno e quindi tradotto presso la casa circondariale di Rebibbia.
Dal comunicato della Procura di Salerno