Terra dei Fuochi: aumento di malattie, lo dice l’Istituto Superiore di Sanitá

Nella Terra dei Fuochi, definita così dalla legge 6 nel 2014, ci si ammala e si muore per patologie legate allo smaltimento illegale dei rifiuti. A dirlo un rapporto aggiornato dell’Istituto Superiore di Sanità, nel quale si evince un eccesso di incidenza di patologie tumorali dovute allo smaltimento illegale dei rifiuti per combustione e pericolosi, presenti in siti di smaltimento.

Il rapporto riguarda, 55 comuni campani, 32 Comuni della Provincia di Napoli e 23 Comuni della Provincia di Caserta. Per le patologie oggetto dello studio sono stati utilizzati tre indicatori: la mortalità, i ricoveri ospedalieri (disponibili per tutti i 55 Comuni in esame) e l’incidenza dei tumori (disponibile per 17 Comuni della Provincia di Napoli, quelli serviti dal Registro Tumori).

Padre Maurizio Patriciello, in rete, ha accolto con grande soddisfazione questa notizia, drammatica per i cittadini, ma che conferma la battaglia che è stata svolta per far prendere coscienza della gravità della situazione.

Patriciello scrive: “Non canto vittoria. Non posso. Non ce la faccio. Ho il cuore a lutto questa sera. Non che mi illudessi del contrario, no. Avrei preferito, però, essere smentito. Avrei voluto dire: « Vi chiedo scusa. Mi ero sbagliato. Vi ho “ allarmato” inutilmente ». Invece… Invece … Invece avevamo ragione noi. Bella consolazione! Solo i ciechi, i sordi, i disonesti, gli imbroglioni potevano dire il contrario. Nella “ terra dei fuochi” ci si ammala e si muore di più di cancro. Accade soprattutto ai bambini. Ai nostri figli. Ai nostri nipotini. Intollerabile. Insopportabile. E questa volta non lo dice un prete. Questa volta a parlare non è “ l’ emozione” ma la “ scienza”. Grazie alle mamme orfane dei loro figli. Grazie al dottor Antonio Marfella. Grazie al quotidiano “ Avvenire”. Grazie alla Polizia forestale. Grazie alla Chiesa campana. Grazie ai medici per l’ ambiente. Grazie ai giornalisti e ai magistrati amanti della verità. Grazie ai nostri meravigliosi volontari. Siamo giunti alla diagnosi. Adesso occorre arrivare alla terapia. Senza perdere altro tempo prezioso. Dio vi benedica”.

g.c.

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