“Credo nella cultura. Credo nel galantuomismo. Credo in Dio e nel lavoro”. Inizia così il libro di Gennaro Corvino, inizia con questi tre cardini il “Mezzogiorno” del professore, dedicato ad Andria, Chirico ed Alfieri. Ieri sera, presso Villa Calvanese, la presentazione di 150 pagine della storia di un uomo ancora vivo nella mente di chi lo ha conosciuto.
Gennaro Corvino, il giornalista, il corrisponde del quotidiano “Il Mattino”, il direttore della televisione Teleagro (RTA). Serata moderata da Luisa Trezza, discepola ad Rta di Corvino ed oggi assessore al comune di Roccapiemonte, ricca di emozioni, di ricordi, di aneddoti. Una sala piena, ma non poteva essere diversamente. Al professore, il comune di Castel San Giorgio, ha dedicato una targa e l’asso stampa Valle del Sarno ha donato una medaglia commemorativa ai familiari.
Sotto l’attenta moderazione di Luisa Trezza, di volta in volta, dopo i saluti del sindaco di Castel San Giorgio, Pasquale Sammartino (medico e che ha assistito nei suoi ultimi giorni il professore) ognuno dei relatori, ha lasciato al pubblico presente il ricordo del “proprio” Gennaro Corvino.
Gennaro Guerrasio, ha voluto ricordare gli anni della seconda guerra mondiale, quando il soldato Corvino, si ritrovò prima in Albania, poi in Grecia e infine prigioniero in Polonia: quel militare ritornò, dopo aver patito sofferenza e fame, a fine conflitto, alla stazione di Codola. Finalmente a casa, nel suo mezzogiorno che, in un passaggio del suo libro, descrive drammatico dopo il 1861, quando ai Borbone si sostituirono i Savoia.
Poi, l’analisi letteraria minuziosa e profonda del Professore, Carlo Chirico. I ricordi del periodo politico, la formazione nell’associazionismo dei lavoratori cristiani, l’essere un consigliere comunale della sua città al servizio dei cittadini.
L’ ultimo intervento, quello del Senatore della Repubblica, Alfonso Andria. Un Corvino sempre sulla notizia e che nella sua telefonata mattutina ad Andria, apriva dopo un saluto, con una rassegna stampa sui fatti locali e nazionali. Poi, durante la telefonata una pausa, lunga, aveva attaccato. Perché il professore faceva così, con tutti, parlava con te a telefono e improvvisamente interrompeva, poiché in quel momento dalla sua mente qualche idea stava partorendo: e allora bisognava subito svilupparla.
In chiusura il nipote, l’avvocato Mattia Faiella che ha ricordato “nonno” Gennaro. Il nonno che a tutti i propri nipoti, dopo un esame all’ università, regalava 50 mila lire. Gennaro Corvino era anche Cavaliere della Repubblica, nominato dal Presidente Giovanni Gronchi, terzo Presidente della Repubblica Italiana. Non lo ha mai detto, poiché la sua umiltà, forse derivante dalla perdita dei genitori in adolescenza, non glielo consentiva. Era educato, gentile, schivo, ma anche severo. Vogliamo ricordare anche noi di Rta live, un aneddoto. Lo facciamo in questo articolo.
Il ricordo del nostro operatore, Giuseppe Bove, quando lavorava a Teleagro e con la macchina passava a prendere a Castelluccio il professore, il quale vedendolo arrivare gli diceva: “Peppino…andiamo andiamo, facciamo presto. Dobbiamo andare a raccontare la verità”. Perché in ogni servizio giornalistico, Corvino, aveva la buona abitudine di raccontare la verità.
Giuseppe Colamonaco – Direttore di Rta live