Volevamo raccontarvi una bella partita, una di quelle gare che difficilmente si vedono in queste categorie. Volevamo raccontarvi di due squadre che nell’agro nocerino sono state le uniche a disputare il campionato di serie B, Scafatese e Nocerina. In quel lontano 1947 le città di Nocera e Scafati, militarono assieme nel campionato cadetto nel girone meridionale. Volevamo raccontarvi del comunale di Scafati, denominato stadio “28 settembre 1943”, poiché legato ad un episodio importante: quello relativo alla famosa battaglia di Scafati, nel secondo conflitto mondiale. Quando gli inglesi a Scafati lottarono metro dopo metro, contro l’esercito nazista che presidiava il passaggio per Napoli. Volevamo raccontarvi la partita di ventidue uomini che, con grande vigore agonistico e a viso aperto, si sono affrontati sull’ottimo terreno di gioco scafatese. Gara grintosa, da ambo le parti.
Volevamo raccontarvi che la Scafatese, dopo un ottimo primo tempo, nei primi minuti della ripresa è passata in vantaggio. Un’autorete, ma un meritato vantaggio. Poi, la crescita degli ospiti, la consapevolezza di essere una grande squadra e l’ immediato pareggio. Un pari su rigore, contestato dai locali, ma raggiunto con determinazione: rete di Marcucci. Volevamo raccontarvi della grande occasione capitata alla Scafatese prima del bellissimo lob di Majella, che ha ribaltato il risultato. Una Scafatese che sotto di una rete, non ha mai mollato. Volevamo raccontarvi della perla balistica di Marcucci, che dal limite non ha dato scampo al portiere dei canarini. Un finale che si è protratto sino al 52mo minuto. Una bella partita, davvero. La volevamo raccontare tutta, ma ci siamo limitati a descrivere un sogno, poiché la realtà a fine gara di sport non aveva nulla. Una volta, in una partita, si descriveva anche il cielo, “era terso” oppure “plumbeo”, altri tempi, altre firme.
Il calcio era poesia e non un fatto di cronaca.
Giuseppe Colamonaco