Tagli al personale Soprintendenza BEAP di Salerno ed Avellino: la denuncia

I dipendenti e i delegati RSU della Soprintendenza BEAP per le province di Salerno e Avellino, riuniti in Assemblea il giorno 9 Settembre 2015 insieme alle Organizzazioni Sindacali CGIL-CISL-UIL e UNSA, per valutare le disposizioni del D.M 06.08.2015 relativo alle dotazioni organiche per tutti gli uffici dell’Amministrazione centrale e periferica MIBACT, esprimono una profonda preoccupazione per il ridimensionamento del personale previsto e per la riduzione delle attività istituzionali.

premesso che:

La Soprintendenza nasce dopo il terribile terremoto del 1980 per dare risposta concreta ed istituzionale alla salvaguardia dell’enorme patrimonio artistico ed architettonico del territorio delle province di Salerno ed Avellino, devastato dal sisma. La lunga opera di ricostruzione ha richiesto grandi risorse, umane e professionali. Negli anni, passata l’emergenza, molti colleghi sono stati trasferiti, altri sono andati in pensione. E’ rimasto in piedi un ufficio che ha fatto fronte, e quotidianamente fa fronte, nonostante i pesantissimi tagli di risorse di funzionamento e la riduzione fisiologica di personale invecchiato, mai rimpiazzato da nuove generazioni di occupati, ad una quantità enorme di impegni. Indubbiamente, grazie a questa istituzione, nel corso degli anni è cresciuta la consapevolezza della cultura del territorio. E con essa la presenza attiva della Soprintendenza è diventata presidio di legalità.
Le attività della Soprintendenza BEAP, in termini istituzionali, sono dettate dal D. Lgvo 42/2004, ossia il Codice per i Beni Culturali. Esse riguardano la valutazione della gran parte dei progetti edilizi dei comuni delle due province ( 158 per Salerno e 118 per Avellino), con due Costiere, siti riconosciuti patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, svariati centri storici, parchi nazionali e regionali e corsi d’acqua, con un territorio fra i più estesi e ricco di beni ambientali e culturali. In queste aree si ritrova un patrimonio artistico ed architettonico di altissimo valore, espressioni di civiltà e di culture di passo mediterraneo e di fama internazionale, dall’Alto Medioevo all’Età Moderna, come la Costa d’Amalfi, la Badia benedettina di Cava dei Tirreni, la Valle del Sarno, l’Abbazia di Montevergine, il Vallo di Diano, Solofra, il Goleto, per citarne solo alcuni episodi.E’ un patrimonio immenso e sconfinato che ha richiesto e richiede una profonda operazione di conoscenza tecnica e scientifica per poter restituire una Tutela efficace e duratura.

I dipendenti della Soprintendenza BEAP, e le OO.SS. CGIL-CISL, UIL e UNSA ritengono di denunciare che:

Con la nuova pianta organica la Soprintendenza subirà un drastico taglio di 80 unità fra le sedi di Salerno ed Avellino, passando da 144 ad appena 64, una contrazione di oltre il 60% dell’organico. Si tratta di un’operazione al di fuori di ogni logica, ridicola e drammatica, sia per i contenuti sia per le conseguenze. Il personale, infatti, che dovrebbe “garantire” una funzione così vitale come la Tutela, prevista dall’art. 9 della Costituzione, del patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico del territorio delle due province di Salerno ed Avellino, pari a gran parte dell’intera regione Campania, sarebbe composto alla fine da appena 10 Architetti, 3 Storici dell’arte, 5 Funzionari per le Tecnologie, con un taglio di 2 ingegneri, 6 storici dell’arte e 10 funzionari per le tecnologie. Le funzioni amministrative, ossia la trasformazione in atti delle attività specialistiche di territorio e la gestione delle attività proprie di qualsiasi ufficio, escono decimate nei numeri con un taglio di 18 assistenti amministrativi e 15 funzionari amministrativi, mantenendo in servizio appena 12 assistenti e 6 funzionari. Ciò significa privare le funzioni tecniche di supporto amministrativo e di smantellare interi reparti funzionali. E questo tralasciando altre qualifiche, anch’esse fortemente penalizzate. Il risultato inequivocabile sarà lo svuotamento di capacità operativa di un ufficio fondamentale per la vita del territorio delle due province. Inoltre non è previsto nessun restauratore, privando l’ufficio delle conoscenze tecniche specialistiche necessarie ed indispensabili per la conservazione delle opere d’arte. Eppure in questi decenni proprio i laboratori di restauro della Soprintendenza, con l’intero staff di addetti, sono stati protagonisti di delicati interventi diretti o indiretti.
Con la chiusura dei laboratori vengono ridotte anche le unità degli Addetti alla Vigilanza che passano da 22 a 6. Sono risorse sprecate che potrebbero essere impiegate per l’apertura di siti fondamentali come la Badia di S. Maria de Olearia in Costa d’Amalfi, il Battistero paleocristiano di Nocera, o altri siti. Nel cuore della città di Salerno la reggia longobarda di San Pietro a Corte resterebbe chiusa proprio nel momento in cui la si stava restituendo alla pubblica fruizione. E lo stesso accadrebbe per il Museo della Scuola Medica Salernitana. Nella città di Avellino le attività culturali presso il Carcere Borbonico sarebbero drasticamente ridotte, aggravando una situazione già difficile a seguito della chiusura prossima dello spazio della Dogana dei Grani di Atripalda.
Oltre agli Uffici preposti alla Tutela frontale ve ne sono altri fondamentali per la medesima finalità e sono Ufficio Catalogo, Ufficio Vincoli, Archivio Fotografico, Servizio Educativo, Ufficio Furti, Ufficio Prestiti e Mostre, Struttura operativa per emergenza eventi calamitosi ( vedi Sarno, Atrani). A questi vanno aggiunti i servizi più strettamente amministrativi ossia l’Ufficio personale, l’ufficio missioni, l’ufficio protocollo, l’ufficio ragioneria, l’ufficio contratti, l’ufficio informatico, l’ufficio comunicazione, l’ufficio URP per la Legge 241/90, due biblioteche specialistiche ad Avellino ed a Salerno. Considerato che ogni ufficio, ogni reparto ed ogni sezione territoriale ha bisogno di almeno una o più unità amministrative si evince l’assoluta insufficienza della nuova pianta organica.
Un quadro così delineato evidenzia da un lato il sicuro smantellamento della Tutela del paesaggio della cultura del territorio della Campania meridionale, dall’altro implica un processo di mobilità forzata di una parte del personale verso altre sedi, anche di altre province.

E’ UNA PROSPETTIVA INACCETTABILE!

Pertanto, i dipendenti della Soprintendenza BEAP chiedono alle forze sindacali ed alle rappresentaze istituzionali delle due province, al mondo della Cultura e del volontariato di farsi carico delle preoccupazioni espresse e di fornire il loro appoggio in tutte le sedi. Chiedono ai deputati, ed ai senatori, ai sindaci, ai consiglieri regionali ed al presidente della Regione Campania di intervenire sul Ministro e sui dirigenti del Mibact per riequilibrare un sistema di tutela del patrimonio del territorio.

Nell’immediato i dipendenti chiedono che:
Sia congelata la pianta organica del personale attualmente in servizio;
Sia dato seguito agli interpelli per gli uffici di nuova costituzione;
Sia dato corso alla mobilità volontaria del personale;
Sia aperta una trattativa fra le OO.SS. e la Direzione del Mibact in modo da determinare, in tempi brevi, una nuova pianta organica maggiormente aderente alle funzioni istituzionali ed ai compiti di salvagurdia del territorio della Soprintendenza BEAP di Salerno ed Avellino.

Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane saranno attivate dalle OO.SS. forme di mobilitazione e di denuncia di quanto sta accadendo a Salerno e ad Avellino.

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