Giornalisti e precariato: il Consiglio nazionale dell’odg chiede interventi per regolarizzare

Riceviamo e pubblichiamo, nota sulla mozione del Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti, relativa alle collaborazioni precarie nelle testate giornalistiche.

Dal Consiglio nazionale dell’Ordine appello alla Fnsi “di intervenire per sostenere con gli editori un percorso di regolarizzazione e contrattualizzazione dei collaboratori precari sottopagati”. Censurati i Cdr che “si disinteressano dei colleghi più deboli”.

Milano, 24 settembre 2015 – Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha votato all’unanimità una mozione in cui esprime preoccupazione per quanto sta accadendo in questi mesi in numerose testate giornalistiche ai danni di co.co.co, free lance e collaboratori a vario titolo. Da una parte ci sono i cosiddetti “sacrifici” imposti dagli editori ai colleghi contrattualizzati e tutelati, ridimensionamenti che avvengono all’interno di accordi siglati dai Cdr (e quindi votati dai giornalisti) con le aziende, in modo controllato. Al contrario i tagli si stanno abbattendo con una violenza insostenibile sulle categorie più deboli e sottopagate, tra cui collaboratori storici che aspettano di essere regolarizzati da anni. Con l’aggravante che, nella maggior parte dei casi (come al Corriere della Sera, secondo quanto emerge dal piano crisi presentato in questi giorni) i collaboratori presi di mira si trovano davanti a un muro di gomma: un Cdr che non li difende. Il fatto che alcuni Cdr si disinteressino dei colleghi più deboli significa disattendere del tutto il ruolo e i doveri della rappresentanza sindacale di base. Con un’unica conseguenza: fare carne da macello di tutti i colleghi non contrattualizzati. Ci interessa ricordare, inoltre, gli obblighi di vigilanza su simili situazioni, imposti dalla Carta di Firenze a tutti i giornalisti che rivestono un ruolo di coordinamento del lavoro giornalistico. In questo contesto chiediamo alla Fnsi di intervenire per sostenere con gli editori un percorso di regolarizzazione e contrattualizzazione dei collaboratori che di fatto svolgono queste funzioni da anni ma non sono riconosciuti. La loro assunzione permetterebbe agli stessi editori di poter contare su giornalisti professionali, motivati e legati all’azienda, con tutti i benefici comunque consentiti dal Jobs Act. (www.odg.it)

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