“Liberare i folli dalle catene”: famosa frase dello psichiatra francese, Philippe Pinel. Medico rappresentante degli alienisti e direttore del manicomio di Parigi che, non solo cita la frase, ma compie il gesto a Salpètriere. Atto documentato in un quadro di Tony Robert Fleury. Ma cosa c’entra con Nocera Inferiore? Nel vecchio manicomio consortile, in località Pietraccetta, ceduto al prof. Federico Ricco (ex convento olivetano) esisteva una sala adibita a biblioteca e ricca di dipinti. Tra di essi un quadro dipinto sul muro di fronte alla porta d’ingresso, che era quello più interessante e rappresentava il prof. Vincenzo Chiarugi, (1759-1820), il quale nel 1774 come descritto da Domenico Ventra “compie la grande riforma sottraendo i pazzi alle catene ed alle prigioni per collocarli pietosamente in adatto Asilo”. L’artista ritrae i folli ricoverati, utilizzati come modelli, quindi dalla realtá egli dipinge la fisionomia delle diverse forme psicopatiche. Il quadro testimonia che la riforma di Pinel del 1793 è avvenuta dopo quella di Chiarugi, il quale aveva liberato i folli dalle catene molto tempo prima. Una rivendicazione italiana alla riforma psichiatrica di quel tempo.
Prima di diventare manicomio consortile, nel convento vi erano i monaci olivetani, i quali vi dimorarono dal 1728 sino al 1808. Quando arrivarono i francesi, vi fu l’abolizione degli ordini religiosi delle regole di S.Bernardo e di S.Benedetto e loro affiliazioni esistenti durante il Regno delle Due Sicilie: i frati così abbandonaro il convento. La struttura passò al demanio militare e poi al Ministero della Guerra e fu relegata ad infermeria per cavalli. Come detto, la struttura, fu poi ceduta al professor Ricco nel 1882, il quale dopo un anno fondò l’ospedale psichiatrico consortile “Vittorio Emanuele II”, realizzando un consorzio tra sei province: Avellino, Bari, Campobasso, Cosenza, Foggia e Salerno. La biblioteca del Vittorio Emanuele II assunse nel tempo una grande importanza, fondata nel 1886, fu custode della memoria storica del cammino delle scienze mediche psichiatriche, dagli anni 1802 fino al 1990. Un importante psichiatra “nocerino” che ha contribuito ancor di più a valorizzare la biblioteca e ad incidere sul mondo della psichiatria, fu Marco Levi Bianchini. Egli ha diretto il manicomio di Nocera Inferiore e la rivista
“Archivio di neurologia, psichiatria e psicoanalisi” che, dopo le leggi razziali, dovette cedere a padre Agostino Gemelli, poiché di origini ebraiche. Fu obbligato a lasciare anche la direzione del manicomio nocerino nel 1938. Bianchini ha tradotto alcune opere di Sigmund Freud, del quale divenne amico e con il quale intraprese una corrispondenza assidua. Freud, fondatore della psicoanalisi, ospitò Bianchini a Vienna nel 1921. Marco Levi Bianchini, dopo la seconda guerra mondiale, ottenne nuovamente la direzione del manicomio di Nocera. La storia della psichiatria italiana, dunque, é passata per Nocera Inferiore. Città testimone grazie al suo ospedale psichiatrico, della prima riforma strorica: liberare i folli dalle catene.
Giuseppe Colamonaco