L’ex sindaco, Marco Galdi, attraverso il proprio profilo di facebook, aggiunge notizie sul nuovo ospedale, con riflessioni ed inviti alla nuova amministrazione. Di seguito il suo lungo post.
“Quanto al primo profilo, tengo a rappresentare quanto la mia Amministrazione stava studiando per reperire fondi da destinare al nuovo ospedale e come avrei voluto operare.
Nel nuovo Puc (che si dovrebbe adottare a breve), in accordo con i dirigenti comunali e con il Prof. Gasperini, consulente dell’Amministrazione, avevamo previsto la possibilità di inserire un benefit per quanti, ricompresi negli 85.000 mq destinati ad edilizia sanitaria dal PTCP, avessero scelto di partecipare volontariamente all’iniziativa (senza bisogno di procedere ad espropri per pubblica utilità). Stavamo valutando la possibilità di prevedere negli strumenti urbanistici attuativi uno scambio fra superfice e volumetria, che consentisse di ottenere fino al doppio dell’attuale superficie agli aderenti, sfruttando la volumetria dei capannoni che insistono attualmente sull’area. Chi avesse aderito all’offerta, però, avrebbe potuto realizzare, nell’ambito del progetto complessivo di riordino dell’area, strutture a vocazione sanitaria (cliniche, laboratori, strutture di riabilitazione, ecc.). Concretamente l’adesione al progetto si sarebbe realizzata attraverso la partecipazione ad una istituenda S.T.U. (Società di Trasformazione Urbana), nella quale ciascun investitore avrebbe potuto acquistare quote, anche mettendo a disposizione propri immobili (stimati adeguatamente ed in modo trasparente) ricadenti nell’area di ciò che sarebbe diventata una vera e propria “Cittadella della salute”, peraltro collocata in un posto strategico qual è l’uscita dell’autostrada.
Ritengo che l’operazione sarebbe stata interessante per gli investitori nel settore sanitario, in considerazione della circostanza che la realizzazione di strutture private, nelle vicinanze di un Ospedale pubblico dotato di rianimazione, pronto soccorso, ecc. potesse risultare particolarmente appetibile (basti pensare ad una clinica privata che può, in caso di necessità, utilizzare la rianimazione di un Ospedale pubblico…).
Non mi soffermo, ma mi pare evidente, sulle enormi ricadute occupazionali per la nostra Città che una operazione del genere avrebbe potuto e ancora potrebbe determinare.
Per finanziare la realizzazione del nuovo Ospedale pubblico, oltre ai benefit urbanistici, che sarebbero stati utilizzati anche a questo scopo, pensavamo potessero concorrere:
a) le somme ricavate dall’alienazione del vecchio Ospedale (magari dando all’antico convento, sgrossato dalle superfetazioni, una vocazione turistico ricettiva) e del restante patrimonio del Santa Maria Incoronata dell’Olmo (palazzi su Napoli, terre, i famosi gioielli della Sig.ra Lentini, ecc.);
b) operazioni di finanza di progetto relative ai servizi (gestione parcheggi, mensa, servizio pulizia, cose del tutto simili a quelle cui allude De Luca nel post riportato nella terza parte);
c) somme non spese ma già destinate dalla Regione per la ristrutturazione dell’Ospedale di Cava.
La Regione Campania, in ogni caso, avrebbe avuto tutto da guadagnarci: anziché abbattere e ricostruire l’Ospedale di Salerno (il San Leonardo), limitarsi ad investire sull’Ospedale di Cava ed a riqualificare l’esistente a Salerno, con un impegno di spesa di gran lunga inferiore…
Ed ora un’unica considerazione finale, anzi un invito.
All’amico Enzo Servalli, che sono sicuro in buona fede ritiene corrispondere all’interesse della Città l’alienazione dell’area della ex Cofima, chiedo di aprire un confronto sereno sul futuro del nostro ospedale.
Ho imparato, facendo il Sindaco, che non è affatto disonorevole cambiare idea, quando l’opposizione ti da elementi validi per riflettere e quando si tratta di temi delicati e controversi come questo.
Sarebbe una vittoria per tutta la Città se potessimo lavorare insieme per salvare il nostro antico Ospedale… e magari salvare così anche tante vite di nostri concittadini, che altrimenti sarebbero esposte a gravissimo pericolo, dalla chiusura del Santa Maria Incoronata dell’Olmo”.