Pubblichiamo di seguito la nota del dott.Vincenzo Stile, membro dell’Assemblea nazionale del PD. In essa alcune riflessioni e considerazioni sulla sanità locale dell’agro nocerino.
“La vera sfida nella buona gestione del Sistema Sanitario Nazionale è quella di far combaciare il corretto bilancio e la razionalizzazione della spesa sanitaria con i bisogni di salute. Dove ciò non accade vuol dire che si è sbagliato.
Le attese dai tempi epici in Pronto Soccorso a Nocera Inferiore, e il taglio del numero di interventi chirurgici a Nocera e Pagani, sono solo una parte evidente che dimostra che, sopratutto in questi giorni, i bisogni di assistenza della gente sono ignorati e che l’offerta delle cure non è programmata sul l’analisi delle richieste di cura.
Ad esempio per far capire meglio: se ho una lista di attesa per tot interventi l’anno precedente e prevedo per l’anno successivo di eseguirne tot + il 10%, io per prima cosa come amministratore devo assicurare questo bisogno perchè le malattie non aspettano e perchè il primo compito del Servizio Sanitario Nazionale è assicurare la salute dei cittadini.
La situazione che si viene a creare quando, per la carenza di anestesisti , si devono ridurre le sedute di sala operatoria, ed assicurare solo gli interventi di urgenza, viene a determinare una situazione di gravissimo disagio, perchè quelli che vengono a slittare sono in gran parte interventi chirurgici programmati, probabilmente di persone malate di tumore, per le quali prolungare l’attesa significa tanto in termini di possibilità di sopravvivere.
Il problema del blocco del turnover che impedisce nuove assunzioni di anestesisti ed altro personale, evitare gli straordinari usuranti, le lunghe liste di attesa e la sottoutilizzazione delle sale operatorie, è noto da tempo, ma sembra essere stato posto in stand by, perchè tanto chi aspetta non fa notizia.
E cosi si chiude il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Scafati, riversando i casi acuti su Nocera Inferiore, senza potenziare nella maniera dovuta, il PS di Nocera, questo anche dopo un periodo di tempo in cui l’analisi statistica degli accessi avrebbe permesso un correttivo basato sull’evidenza dei dati.
I tagli veri, quelli che riguardano gli sprechi non si fanno, ma si fanno sempre e solo quelli che ricadono sull’assistenza delle persone. A quando una sanità che metta al centro il bisogno di cure della gente? Quali le proposte?
In Campania e nella nostra ASL Salerno al di la della revisione del decreto 49 e di una sistemazione degli ospedali che rispecchi realmente le esigenze dei territori senza calpestarle, ci vuole una nuova visione: una sanità la cui offerta sia basata sull’analisi dei bisogni e sulle evidenze di richiesta di assistenza, e in cui ci sia la dovuta flessibilità interna in modo che ci si possa adeguare alle diversità che sopravvengono nel tempo con la maggiore velocità possibile.
Siamo invece di fronte a un mastodonte, dove si perseguono sempre i soliti interessi lobbistici e clientelari, dove il pareggio di bilancio è un cult astratto perchè l’esigenza del portafoglio non è conformata all’esigenza di salute.
I mezzi ci sono per razionalizzare, innanzitutto quelli informatici e statistici, che devono essere posti alla base della programmazione e dell’analisi delle spese, per confrontare se queste sono realmente coerenti con il soddisfacimento dei bisogni.
L’uso delle nuove tecnologie informatiche può benissimo essere impiegato per ridurre le attese in pronto soccorso, collegamenti in rete chat tra i reparti, consulenze e triage telefonici, appuntamenti per visite ad orari programmati per i codici verdi e bianchi, sono tutte cose che in altri paesi si fanno, velocemente, con semplicità e senza aggravio di spese.
Per quanto invece riguarda la situazione Ospedaliera e la gestione e velocizzazione delle liste di attesa, a revisione del decreto 49, lo sblocco del turnover, il soddisfacimento e il potenziamento dei reparti alla luce dell’analisi statistica dei bisogni, la flessibilità data da un sistema basato sui bisogni e non sulle posizioni di rendita, potrebbero essere la chiave per un sistema rapido e reattivo che realmente possa essere soddisfacente, e nello stesso tempo, con la tempestività delle cure, ridurre notevolmente il surplus di spesa, dato dall’aggravamento delle malattie, la cui cura prolungandosi nel tempo richiede maggiori risorse economiche e strutturali, nonchè l’aumento delle spese dovuto al trasferimento dei malati per andare a curarsi in altre regioni”.