L’attuale situazione sociale, culturale, della politica dei trasporti, delle scelte occupazionali, gestionali ed amministrative ci consegna uno spaccato che fa rimpiangere la Nocera degli anni ’50 e ’60, la Nocera delle industrie che garantivano occupazione e dignità lavorativa, con cenacoli culturali che hanno dato i natali ad artisti e poeti di fama internazionale, con una stazione ferroviaria che era fiore all’occhiello dei trasporti, con teatri famosi ed in cui venivano girate scene di importanti pellicole cinematografiche.
La nostra Nocera è una città abbrutita, chiusa su se stessa, incapace di avere quello slancio necessario ad uscire dal forte momento di crisi: è come una bella donna che si è lasciata andare, più per apatia che per incapacità, perché le capacità ci sono.
Per noi la bellezza della città si sposa con le produzioni immateriali dell’economia e della conoscenza.
È indispensabile una politica territoriale che ponga al centro l’innovazione della industria edilizia verso bassi consumi, politiche per la casa in affitto, le reti per una città digitale, la prevenzione dell’assetto idrogeologico, politiche per l’agricoltura di qualità e la sicurezza degli alimenti, promozione del consumo responsabile
Noi siamo un partito popolare perché ci rivolgiamo ad un vasto arco
sociale, dai ceti meno abbienti, ai ceti produttivi, alle nuove generazioni.
Noi siamo il partito della società civile impegnata in politica, perché riteniamo che i valori della libertà dell’individuo, della solidarietà sociale, dello sguardo attento ai problemi della collettività siano il fulcro del rinnovamento.
Non ci riguardano e non ci appassionano le diatribe tra “vecchio” e “nuovo” partito, perché la questione che ci siamo posti è se siamo un partito, cioè un’associazione di liberi cittadini, con un’organizzazione interna, dotata di un radicamento sociale e di reali luoghi di partecipazione nonché di regole liberamente accettate e condivise.
La celebrazione del congresso del Partito Democratico coincide con la possibilità di dare una svolta reale al nostro territorio, la vittoria di Vincenzo De Luca ci consentirà di ricreare quella filiera istituzionale che partendo dalla Provincia, ed attraverso la Regione, giunga sino a Roma per rilanciare una nuova stagione di sviluppo.
È ora di rinnovare, all’esito di questo congresso, la classe dirigente del partito, classe dirigente uscente composta di donne ed uomini che hanno il nostro più sentito ringraziamento per ciò che hanno fatto, che hanno avuto le loro chançhe e le opportunità di sottoporsi al giudizio elettorale, ma che adesso, ci sia consentito dire, hanno il dovere di essere consiglieri delle nuove generazioni: a loro non chiediamo un passo indietro ma un passo di lato, per accompagnare la rinnovata dirigenza verso l’impegno politico, che ha il diritto di poter giocare la sua partita, per la nostra terra e per il nostro futuro.
Il congresso che stiamo celebrando è figlio dei nuovi tempi, delle nuove energie e legittime speranze, tanto che le diverse mozioni presentate sono il segno tangibile di una pluralità di sensibilità e di visioni della politica e dell’impegno civico.
Potremmo apparire nostalgici e disillusi, ma non è così: siamo solo speranzosi di poter dire la nostra, di poterci confrontare senza pregiudizi e preconcetti, sapendo di poter vincere e di poter perdere le sfide che decideremo di affrontare, perché anche dalla sconfitta può nascere una futura vittoria.
I risultati delle ultime elezioni europee ci devono far riflettere: quando il PD scende in campo in una competizione politica il risultato è sbalorditivo, quando il PD si confronta con le amministrative i risultati sono sempre più magri.
Dobbiamo avere la consapevolezza ed il coraggio di dirci la verità: proposte improvvisate – anche con sacrificio di chi si propone – sono sempre perdenti, ed i risultati ce lo dimostrano: la selezione dei candidati necessariamente deve avvenire con il metodo delle primarie, al fine di individuare democraticamente il migliore tra noi per la competizione elettorale.
Nocera Inferiore, PD: ecco la mozione “Il Partito che ci piace”
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