Fisciano. Sequestrato stabilimento industriale per emissioni in atmosfera non autorizzate.

I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno, agli ordini del Capitano Giuseppe Ambrosone, a Fisciano, hanno apposto i sigilli di sequestro ad una nota attività industriale del posto per la produzione di articoli per l’industria automobilistica.
L’attività di polizia giudiziaria eseguita dai Carabinieri e che ha portato al sequestro preventivo odierno in esecuzione al decreto del GIP del Tribunale di Nocera Inferiore, dott.ssa Giovanna Pacifico, è stata coordinata dai magistrati della sezione reati ambientali della Procura Nocerina, guidata dal Procuratore Capo Giovanni Francesco Izzo.
La Procura della Repubblica ha anche emesso informazione di garanzia a carico del legale rappresentante della società interessata per le violazioni emerse in ordine ai reati previsti dal D.L.vo n.152/2006 (codice dell’Ambiente).
Difatti il legale rappresentante della società in questione è indagato per la violazione dell’articolo 279 del D.Lgs 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente) in relazione all’esercizio dell’attività produttiva senza essere in possesso di autorizzazione per le emissioni in atmosfera.
In particolare, a seguito dei controlli eseguiti dai Carabinieri del N.O.E., si è proceduto al sequestro preventivo dell’intero opificio industriale, ad eccezione degli uffici amministrativi, di una nota azienda del luogo che si occupa di produzione, da gomma e materie plastiche, di articoli per l’industria automobilistica.
Nello specifico, dagli accertamenti effettuati dai Carabinieri del N.O.E. presso l’impianto produttivo è emerso che l’azienda aveva in esercizio la produzione industriale senza essere in possesso, però, della prescritta autorizzazione alle emissioni in atmosfera; l’autorizzazione risultava non rilasciata perché non richiesta in relazione all’attività produttiva svolta.
Ancora, i Carabinieri dello speciale reparto a Tutela dell’Ambiente accertavano che le presse erano sprovviste di sistema di captazione delle emissioni che si disperdevano nell’ambiente lavorativo, anch’esso sprovvisto di sistema di captazione delle emissioni.
Inoltre, al legale rappresentante della società, in relazione alla normativa di prevenzione degli incendi, è stata contestata la violazione dell’art.20 in relazione all’art.16/2 D.Lgs 139/2006 perché quale attività aziendale è risultata sprovvista del certificato di prevenzione incendi.
Il Giudice per le Indagini Preliminari, pertanto, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero che ha condiviso le risultanze investigative dei Carabinieri, al fine di non consentire il protrarsi o l’aggravarsi del reato, ha ritenuto di disporre il sequestro preventivo di quanto descritto.
Infine, il GIP ha poi proceduto alla nomina di un amministratore giudiziario anche al fine di impedire il totale arresto dello stabilimento e dell’attività d’impresa, con conseguenti ricadute negative sulla gestione economica della compagine e sui relativi livelli occupazionali, ma con il preciso compito di assicurarne la continuità operativa aziendale, salvo la rimozione delle irregolarità rilevate, immediatamente attivandosi per la cura di tutti gli adempimenti necessari a ricondurre a norma la condotta illecita, rimuovendo le irregolarità riscontrate, irregolarità che possono essere rimosse senza la necessità di arrestare il ciclo produttivo così da salvaguardare le redditività aziendale ed i corrispondenti livelli occupazionali.

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