Si inaugura la Stagione Artistica 2014 -2015 “Armonie del Tempo” dell’Orchestra Filarmonica
Campana in memoria del Maestro Claudio Abbado. Sabato 29 Novembre nel Teatro Comunale S.
Alfonso di Pagani (Sa) alle ore 21.15 il direttore musicale Giulio Marazia salirà sul podio dell’orchestra
per dirigere il concerto per violino e orchestra di Beethoven e la Terza Sinfonia “Renana” di
Schumann. Ospite della serata il giovane e talentuoso violinista Fabrizio Falasca. L’inaugurazione della
Stagione propone un originale confronto dialettico tra due modi di rapportarsi al senso sinfonico nella
musica: Beethoven, uomo tanto demoniaco quanto titanico, si rivela nelle filigrane tenui di una scrittura
che suscita buon umore in ogni tempo del pezzo, in controtendenza alla maggior parte delle sue opere.
Il genio romantico e schivo di Schumann consacra la sua “Renana” come una sinfonia dal carattere
quasi programmatico e al tempo stesso come incarnazione dell’eroe romantico.
Beethoven scrive il Concerto per violino e orchestra nel 1806, quando a Vienna vi era la presenza del
violinista Clement. Il concerto non infiammò il pubblico nelle prime esecuzioni e lo stesso Clement
non ne apparve entusiasta. Assai apprezzato all’epoca, il virtuosismo funambolico di Clement finì però
col far passare in secondo piano le qualità artistiche del Concerto di Beethoven, che presto venne così
dimenticato. Occorre aspettare l’esecuzione di Joachim con Mendelsohnn nel 1844, ripresa dieci anni
dopo con la collaborazione di Robert Schumann perché il concerto abbia il riconoscimento che merita.
Il concerto persegue un ideale di intimismo espressivo che la natura eminentemente vocalistica del
violino sembra evocare in senso lirico. Questo carattere, già presente nel primo movimento, si accentua
nel secondo dove alla voce del violino di affiancano quelle dei corni, del clarinetto e del fagotto in una
sequenza di dialoghi pieni d’incanti di musica e misteriosa poesia. Il larghetto, che sembra anticipare le
pagine empiree e contemplative dell’ultimo Beethoven, sfocia in un allegro e popolaresco Rondò in
tono di ballata. Esistono molte interpretazioni sul messaggio che Beethoven avrebbe voluto dare
attraverso questo concerto, ma credo alla fine che quello che rimanga siano le emozioni che l’ascolto di
questa musica genera in noi: un brano dal respiro universale, assoluto, al di fuori di spazio e tempo,
musica pura. Un luogo in cui rifugiarsi nei momenti di dolore e buio, così come di gioia e luce; un
approdo sicuro nel profondo del nostro spirito. La Sinfonia n. 3 in Mib Maggiore Op. 97 di Robert
Schumann è una sinfonia che fu composta dal 2 novembre al 9 dicembre 1850, all’epoca in cui
Schumann viveva a Dusseldorf, sulle rive del Reno. L’opera stessa è infatti chiamata “Renana”. La
prima rappresentazione avvenne a Dusseldorf l’anno seguente, condotta dal compositore stesso. La
sinfonia comincia immediatamente con un tema di carattere solenne suonato da tutta l’orchestra mentre
nella seconda parte un altro tema più dolce viene eseguito dai legni, con una ridotta intensità ritmica. Il secondo movimento è uno Scherzo e si tratta della sintesi di un classico Minuetto, Trio e successive
variazioni sul tema. Il tema principale è basato su di un landler, una danza popolare dell’Austria e del
sud della Germania. Il terzo movimento crea un’atmosfera di quiete all’interno della sinfonia, mentre il
quarto comincia con uno sforzato, eseguito dagli archi, che decade subito in un pianissimo affidato ai
corni francesi ed ai tromboni. Il tema viene utilizzato in imitazione, e spesso ne viene variato il tempo.
Il quinto movimento consiste in una danza tradizionale, variata ed imitata con dinamismo fino a
giungere all’eroico finale in Mib Maggiore.
Sabato al via le “Armonie del tempo” a Pagani
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