Nel mese di maggio del 1998 l’area del comprensorio di Sarno fu colpita da un eccezionale evento piovoso, e nell’arco di 72 ore caddero oltre 140 millimetri di pioggia. Il 5 maggio circa due milioni di metri cubi di fango si staccarono dalle pendici del monte Pizzo d’Alvano, investendo i centri abitati circostanti. Anche l’ospedale di Sarno, Villa Malta, posto alle pendici della montagna, fu investito dalla frana.
Sul versante orientale montano della provincia di Avellino – sulle cui pendici sorge il paese di Quindici – si verificarono una decina di eventi franosi, due dei quali investirono il paese. Il primo, nel pomeriggio, si riversò nel campo sportivo senza causare vittime; il secondo, intorno alle 19:00, travolse la frazione di Casamanzi, spazzando via alcune abitazioni e una chiesa. I canali di scolo di epoca borbonica (i cosiddetti “regi lagni”) che scorrono dalle falde del monte fino a dentro il paese, anche per l’incuria e lo stato di abbandono in cui si trovavano da anni, si riempirono di detriti franosi, trasformandosi in veri e propri lahar. Laddove gli argini non riuscirono a reggere, il fango invase le strade, riempì i piani più bassi delle case, trascinò auto, alberi e persone. Quattro saranno i morti nel centro cittadino.
Tra le vittime del disastro ci fu anche un soccorritore, il vigile del fuoco Marco Mattiucci, a cui – per l’eroismo dimostrato durante i soccorsi – fu attribuita la medaglia d’oro al valor civile.
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