Gli 80 euro in busta paga, definiti “Bonus Renzi”, potrebbero diventare 15. Il tutto verterebbe su un provvedimento in attesa di essere varato e quindi approvato. Per chiarire il dilemma, riportiamo l’articolo di Retenews24 che ha approfondito la questione.
Ma da cosa deriva questa ipotesi? Per capire il tutto basta leggere il testo dello Job Act, il disegno di legge che deve essere approvato ancora dal Senato per diventare definitivo ma già passato alla Camera. La dicitura incriminata, posta sotto la voce “Delega in materia di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali “ è la seguente e risale alla stesura del 12 marzo 2014:
“Abolire la detrazione per il coniuge a carico ed introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare”
In questo testo si parla quindi di abolizione e non di armonizzazione come invece si legge altrove. Un provvedimento che va a colpire, quindi, quelle famiglie dove il lavoratore è solo uno anche se di fascia debole.
Un provvedimento che colpirebbe circa 5 milioni di famiglie italiane con un danno economico valutabile in circa 700-800 euro all’anno. Da qui l’attacco politico: il M5S sostiene infatti che da una parte Renzi promette 80 euro in più in busta paga e dall’altra, a una gran parte della stessa platea di cittadini toglie in pratica circa 65 euro al mese. Una partita di giro che alla fine lascerebbe nelle tasche delle famiglie in questione la “misera” somma di 15 euro.
Redazione