Il Sindaco ha espresso gradimento per l’articolato documento presentato e l’interesse della Bcc Aquara a favore della filiera agroalimentare presente sul territorio salernitano. Il direttore generale Antonio Marino ha confermato la disponibilità della Bcc Aquara in qualsiasi iniziativa utile a tutelare la qualità della produzione e del marchio Centrale del Latte di Salerno. De Luca ne ha preso atto in maniera favorevole auspicando la presenza della Bcc Aquara, nell’interesse dell’intera comunità locale, in quella che sarà l’evoluzione della vicenda Centrale del Latte di Salerno.
ALLLEGATA LA PROPOSTA FORMULATA DALLA BCC AQUARA
La mia proposta consiste semplicemente nell’invitare il Comune a mettere in vendita il 75% delle quote della Centrale e lasciare in mano pubblica il 25%, salvo diverso avviso della copiosa legislazione in materia che non ho avuto modo nè tempo di approfondire. Del 75% che si mette sul mercato occorrerebbe prevedere nel bando che nessun acquirente può superare la quota del 5% ( o, al massimo, il 10%) e gli acquirenti devono essere persone fisiche o giuridiche che abbiano attinenza e/o esperienza nel settore lattiero caseario (a giudizio della commissione di gara).
Inoltre sarebbe auspicabile che le quote siano preferibilmente assegnate ad imprenditori salernitani.
I punti di forza di questa proposta sono:
– la parte pubblica non si spoglierebbe totalmente del bene, che è comunque un bene strategico per l’economia di Salerno e della provincia;
– avere le quote di parte privata nelle mani di più imprenditori, possibilmente non legati tra loro, significa che l’azienda non finisce nelle mani di una “cordata” e tanto meno non finisce, per intero, nelle mani di un solo imprenditore;
– l’azienda, grazie all’immissione di imprenditoria privata, avrebbe sicuramente un’accelerazione sul piano produttivo, sulla riduzione dei costi e su una diversa cultura di impresa;
– il frazionamento delle quote in mani private avrebbe il vantaggio di creare una maggiore democrazia economica con più voci, più interessi e più competenze in campo;
– a concentrare tutto in mani uniche- al contrario – ci sono vantaggi ma anche rischi maggiori (vedi fallimenti recenti dei maggiori gruppi industriali-familiari salernitani)
– questa gestione mista pubblico-privata avrebbe il vantaggio di avere nella proprietà sia chi è deputato a tutelare la collettività ed il localismo sia chi vorrebbe privilegiare il business;
– ad ogni modo avere nella proprietà una moltitudine di portatori di interessi del settore lattiero-caseario porterebbe nel governo della società delle persone esperte del settore e non più dei “politici” con tutti i rischi connessi;
– avere nella proprietà una serie di almeno 15 imprenditori (75 : 5 = 15) possibilmente salernitani significherebbe continuare sicuramente ad avere nell’azienda solo latte prodotto nel salernitano con una ricaduta economica a cui non possiamo certo permetterci di rinunciare;
– questa proposta avrebbe il vantaggio per il Comune di avere sicuramente delle offerte in aumento perchè se un imprenditore, per quanto facoltoso, deve cacciare 12/13 milioni di euro cercherà sempre e comunque di risparmiare o di sminuire l’evento – come è già accaduto – mentre se un imprenditore deve acquistare una quota di 500/600.000 euro può essere tentato di fare offerte in aumento pur di restare nell’affare… insomma frazionare l’offerta per farla lievitare;
– si può, infine, facilmente ipotizzare che una Centrale del Latte che non va via da Salerno, che resta pubblica, che sia interessata da nuovi investimenti che i privati sicuramente farebbero, che immetta nella gestione un’ indole più privatistica, che sia perciò più competitiva sul mercato, che rafforzi ulteriormente il marchio della Centrale: tutto ciò ci fa facilmente affermare che questa soluzione porterebbe a fare della nostra Centrale del Latte di Salerno la Parmalat del Sud degli anni a venire.
Antonio Marino
Direttore Generale BCC Aquara