Nocera Inferiore. Convegno “Difendiamo”: dalle vasche di laminazione alla seconda foce

Il Comitato per la Salute, il Comitato No Vasche, il Comitato Gente del Sarno, l’ Associazione A.D.A., l’ Associazione A.M.D.O.T., il Tribunale per i Diritti del Malato, la Pro Loco Nuceria Alfaterna, l’Associazione Onlus La Fucina, l’ Associazione Cittadinanza Attiva, lo S.P.I. CGIL , la F.I.S.T. CISL, l’Associazione S.Francesco, il Comitato Via F.lli Buscetto ed il Comitato Cavaiola hanno incontrato il sindaco Manlio Torquato per esporre le varie perplessità in merito al Progetto “Grande Sarno” di ARCADIS e Regione Campania. Queste ultime, infatti, vorrebbero realizzare 60 ettari di vasche di laminazione assorbenti nella Valle del Sarno ed una seconda foce a Rovigliano, spendendo ulteriori 217.000.000 di euro di fondi pubblici, senza tener conto dell’inquinamento presente nei fiumi Solofrana e Cavaiola, dove ancora oggi si continua a scaricare illegalmente reflui industriali ed urbani. “Affinchè l’Agro non diventi una seconda Terra dei Fuochi”, titolo dell’incontro, ha visto un’ampia partecipazione di cittadini, che sono intervenuti numerosi.
“Nocera Inferiore non è Caserta, non è Aversa” ha dichiarato il Primo Cittadino Manlio Torquato “Sollecitare l’attenzione per il problema dell’inquinamento è doveroso ma non bisogna trasformane in attualità ciò che attualità non è.
Secondo un rapporto dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) del 1997, infatti, nell’Agro nocerino-sarnese la mortalità per tumori è tra le più elevate in Europa: la creazione di vasche porterà inquinanti nelle falde e, di conseguenza, nella catena alimentare attraverso il prelievo di pozzi, già contaminati da elementi nocivi come il cromo, il piombo, il cadmio e l’arsenico.Rapporto che é in linea con la necessità di un servizio di radioterapia nell’Agro, come ha osservato la dottoressa Teresa Cuomo.
Ad illustrare e chiarire. lo stato attuale del territorio e del progetto Grande Sarno, è intervenuta anche l’assessore all’ambiente e all’ ecologia Tonia Lanzetta.
“Prima di portare avanti l’idea di ampliare la precedente vasca di laminazione presente in zona Cicalesi e prima di crearne un’altra a Casarzano, è necessario innanzitutto fare valutazioni di carattere ambientale: al momento, infatti, non abbiamo dati e non conosciamo il livello d’inquinamento di quelle terre perché non ci sono mai stati comunicati. E questo non consente alla macchina amministrativa di procedere con uno stato d’animo sereno. Si tratterebbe di un’opera invasiva che si dovrebbe realizzare in un territorio già compromesso.”
I lavori del convegno, moderato da Nello Ferrigno, sono stati chiusi dal geologo Franco Ortolani, dal professore Rocco De Priscoed dal professore Antonio Marfella, oncologo- tossicologo, i quali hanno evidenziato come “preseza o meno di vasche , i problemi di salute dei cittadini restano”: Il prof. Marfella, si é soffermato sul carcinoma alla mammella, evidenziando un nesso di causualità con i luoghi dove si vive e quindi con lo stato di inquinamento in atto. La preoccupazione dell’oncologo, é che il fenomeno sia in aumento, dato supportato dalla apertura delle linee di trattamento del carcinoma alla mammella, presso il Monaldi di Napoli.

Enrica Granato

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