L’ultimo decesso al nosocomio nocerino, una donna di 38 anni perde la vita al pronto soccorso.
La vicenda è al vaglio degli organi inquirenti, una brutta pagina di sanità pubblica che dovrebbe far riflettere.
Gli ospedali dell’agro nocerino – sarnese, per i tagli stabiliti, si trovano in difficoltà; mentre da un lato si prospettano reparti ultra specialistici, dall’altro le sedi di pronto soccorso vanno in sofferenza. E’ una sanità frazionata.
Lo Stato, come un buon padre di famiglia, dovrebbe garantire il diritto assistenziale del pronto soccorso ai propri figli, in questo caso ai cittadini. Sistema Sanitario Nazionale, vale a dire che i livelli d’assistenza devono essere gli stessi su tutto il territorio, nessuna città, provincia o regione, esclusa. Il nostro comparto ospedaliero, tempo fa, copriva in modo capillare l’intero territorio, con vari nosocomi in diverse città: Scafati, Pagani, Nocera Inferiore, Sarno e Cava de’ Tirreni. Oggi questa capillarità non esiste ed i presidi rimasti per il pronto soccorso vanno in difficoltà, poiché l’utenza è aumentata. Quale soluzione possibile, a questo punto? Ricette non ne abbiamo, ma la convinzione di una territorialità e di un servizio più capillare come quello di alcuni anni fa, è sempre più forte tra i cittadini.
Una regola, un solo intento: il pronto soccorso, salva la vita.