Nell’ambito dell’intensificazione dei servizi di polizia ambientale e di controllo economico del territorio, disposti e coordinati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno, i finanzieri della Compagnia di Agropoli, in seguito all’esecuzione di articolate attività d’indagine, hanno eseguito, in tre distinti interventi, il sequestro d’iniziativa di due aree adibite a discariche abusive di pneumatici e rifiuti provenienti da lavorazioni edili, nonché di opere abusive, individuate nell’ambito di operazioni di ricognizione e controllo economico del territorio nei Comuni di Capaccio ed Agropoli (SA).
Il primo intervento è stato eseguito a Capaccio (SA) – Località Spinazzo, in un’area di proprietà del titolare di un noto caseificio della zona, situata a ridosso dell’area archeologica di Paestum, patrimonio mondiale dell’U.N.E.S.C.O., ed ha permesso di sottoporre a sequestro due vasche coibentate, collegate tra loro tramite una conduttura e con chiusura stagna e realizzate con terrapieno e teloni in pvc, della superfice complessiva di 1.750 metri quadri, in cui venivano scaricati effluenti provenienti da un’azienda zootecnica.
I successivi approfondimenti, esperiti con l’ausilio di personale dell’A.R.P.A.C. e del Comune di Capaccio (SA), hanno consentito di accertare che il fondo su cui sono stati realizzati i due manufatti risultava oggetto di plurimi vincoli, tra cui quello di protezione delle bellezze naturali, rientrando tra le aree di notevole interesse pubblico ai sensi del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, nonché nella zona di rispetto dell’antica Città di Paestum, delimitata in base alla L. n. 220/1957.
Ciò nonostante, i militari hanno rilevato che le vasche erano state costruite dal titolare del fondo in assenza dei prescritti titoli abilitativi, per cui hanno sottoposto le stesse a sequestro preventivo, successivamente convalidato dalla Procura della Repubblica di Salerno, mentre il proprietario è stato denunciato a piede libero per aver eseguito le descritte opere in assenza delle prescritte autorizzazioni.
La seconda operazione è stata condotta su un’area di circa 1.000 metri quadri sita in Agropoli (SA) – località Selva, dove risultavano abusivamente stoccati cumuli di rifiuti speciali provenienti da lavorazioni edili (pezzi di mattonelle, mattoni, calcinacci, ecc.), nonché paletti in legno, infissi in alluminio, materiale plastico vario e vetri rotti.
Anche al termine di tale intervento, il fondo, rientrante in territorio incluso nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, è stato sottoposto a sequestro, convalidato dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, a cui è stato segnalato il proprietario del terreno per il reato di gestione non autorizzata di rifiuti, previsto dal vigente Codice dell’Ambiente.
Da ultimo, nel corso di operazioni di perlustrazione effettuate in località Moio, nel comune di Agropoli (SA), veniva individuato un’ulteriore sito, di circa 1.200 metri quadri, sul quale risultavano stoccati ben 2.000 pneumatici esausti, in parte interrati, nonché ingenti cumuli di materiali provenienti da costruzioni e demolizioni, misti a pezzi di materiali bituminosi e in plastica.
Per questo, anche tale area, di fatto adibita a discarica abusiva e parimenti rientrante nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, è stata sottoposta a sequestro, già convalidato dall’Autorità giudiziaria di Vallo della Lucania; conseguentemente, anche in questo caso i due proprietari sono stati segnalati per il reato di gestione non autorizzata di rifiuti.
Per effetto della constatazione di tali illeciti ambientali, i proprietari dei fondi interessati dalle misure cautelari saranno chiamati a rimediare a proprie spese alla bonifica ed al ripristino dei luoghi interessati dagli interventi delle fiamme gialle.
Tali operazioni si inquadrano nell’ambito della costante azione esercitata al contrasto di pericolosi e diffusi fenomeni illeciti di sfruttamento abusivo del territorio e commissione di gravi e reiterate violazioni ambientali, che sovente interessano zone sottoposte a stringenti vincoli paesaggistici, a riprova del consolidato ruolo della Guardia di Finanza quale Corpo di polizia economico-finanziaria, che opera in modo “trasversale” in diversi settori di servizio.