Il 31 dicembre 1883 a Nocera Inferiore, nei pressi di via Ricco a Piedimonte, nacque il Vittorio Emanuele II, il primo ospedale psichiatrico nella provincia di Salerno. Il complesso fu ideato nel 1878 quando il professor Ricco, direttore dell’ospedale della Pace e docente di Clinica Medica alla Federico II a Napoli, pone un progetto alle provincie di Salerno, Avellino, Campobasso, Foggia, Bari e Cosenza per istituire un manicomio nella provincia di Salerno per accogliere gli ammalati in esubero nell’ospedale di S. Maria Maddalena ad Aversa. La proposta viene accolta dal Consiglio l’8 Novembre del 1880: nel 1882 Ricco diventa il proprietario dei locali di Monteoliveto, ex convento degli Olivetani, e nel 1883 i folli iniziano ad occupare i nuovi locali. Il manicomio apre ufficialmente nel 1884 grazie alla buona opinione del Consiglio di amministrazione formato dai medici Antonio Cardarelli, Gian Battista Fornari e Giuseppe Buonuomo.
Ottimi medici hanno lavorato con devozione al Vittorio Emanuele come il dottor Silvio Venturi, che fu licenziato nel 1886 per aver denunciato le condizioni precarie degli ammalati ammassati nei corridoi; il dottor Giovannangelo Limoncelli, che approvò e seguì delle attività ricreative come rappresentazioni teatrali; il Dottor Domenico Vetra, esperto di patologie neurologiche e il Dottor Marco Levi Bianchini, un conoscente di Frued e fondatore della Biblioteca Psicoanalitica Italiana. I pazienti del Vittorio Emanule, a differenza di molti altri manicomi italiani, venivano assisisti sotto ogni punto di vista, sia medico che umano.
La vita del Vittorio Emanuele fu attiva e vivace, ma non mancarono periodi di ristrettezze a causa degli eventi storici che scossero tutta l’Italia. Con la scoperta della psicanalisi frueuidiana i problemi mentali vennero circoscritti all’ambito sociale e la psichiatria medica venne progressivamente trascurata. Nel 1978 fu approvata la legge 180, che tra le varie nozioni prevedeva anche la chiusura dei manicomi. A causa delle nuove forze socio-politiche nel 1996 il Vittorio Emanuele II fu definivamente chiuso e smantellato.
Attualmente nei locali dell’ex ospedale è ubicata una Biblioteca, fornita di carte e documenti importanti non soltanto per la storia della Psichiatria, ma soprattutto per la memoria culturale e civile della città.
Antonia Galise per RTA LIVE