Nocera Inferiore: messaggio per l’estate del Vescovo Giudice

“Venite a me… e io vi darò ristoro” (Mt 11,28)
“Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’” (Mc 6,31)

Sorelle e Fratelli,
nel primo giorno della stagione estiva, come ormai è consuetudine, mi piace intrattenermi un attimo con voi ed invitarvi ad accogliere insieme a me l’invito di Gesù: “Venite a me… e io vi darò ristoro” (Mt 11,28) e “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’” (Mc 6,31).
L’invito, come sempre, è rivolto a tutti, non solo a quelli che mettono in conto, crisi permettendo, di fare una vacanza, ma direi ad ognuno affinché il tempo estivo non diventi un tempo vuoto, vacuo.
Come credenti, siamo invitati da Gesù ad andare da Lui ed è bello riscoprire, proprio nel tempo estivo, qualche giorno da vivere con Gesù nell’intimità della preghiera, del silenzio e del nascondimento. Luogo della vacanza può essere il nostro cuore, dove siamo attesi dal Signore per mettere ordine e ricollocarci nuovamente nella vita riposati e distesi.
Invito a riscoprire il tempo dell’estate non solo come evasione, fuga, aggiunta di altro stress, ma come esercizi spirituali, un tempo breve per riconciliarsi con la propria vita e con gli altri.
Ci sono diverse strutture religiose che, in diverse parti della nostra bella Italia, svolgono da un po’ di anni questo servizio, accolgono per le vacanze dell’anima, tempo per recuperare la propria vita, prima che sia distrutta dal niente e dalla paura. E lo fanno anche a prezzi accessibili alle famiglie.
Vi offro un bel testo del cardinal Albino Luciani, che ci può aiutare a ricomprendere il valore del tempo estivo, che è per tutti.

“C’è un nostro diritto al riposo e al divertimento. Abbiamo, infatti, tutti sulle spalle fatiche, tristezze, monotonie, inquietudini, noie e responsabilità. Queste ci spingono continuamente verso ideali spiagge di gioia, di quiete, di distrazioni, di compagnie e di novità. E ci intimano: Lascia, di tanto in tanto, la solita fabbrica, l’ufficio monotono, l’officina pesante, la penna, il martello, la zappa, l’ago, la macchina; risparmia il corpo e il cervello! Ricreati in compagnia d’altri! Cristo stesso sentiva di tanto in tanto il bisogno di tirare il fiato e conduceva i suoi Apostoli in disparte sui laghi, sui monti, facendo loro gustare un po’ di riposo” (Albino card. Luciani, lettera alla diocesi per il ferragosto, 15 agosto 1969).

Sì, tirando un po’ il fiato, il nostro cammino può diventare più spedito.
Ed è questo che il vostro Vescovo vi augura per la stagione estiva che oggi comincia.

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