Il comitato “Acqua Pubblica di Nocera Inferiore” in un comunicato stampa giunto alla nostra attenzione, rende noto di voler opporsi alla delibera regionale “SalvaGori”. Tale delibera andrebbe a condonare 157 milioni di euro alla società di gestione dell’ambito Ato3, la preoccupazione e che ci potrebbero essere delle ricadute su altri settori: taglio alla sanità, trasporti e spese sociali. Oltre al fatto di aver disatteso il risultato referendario del 2011, la delibera potrebbe richiedere anche l’aumento delle tariffe, il TAR Campania dovrà nei prossimi mesi esprimersi sulla validità della stessa. Il comitato cittadino chiede all’amministrazione comunale di Nocera Inferiore, una delle poche ad opporsi alla delibera, di seguire alcune indicazioni che sono i passi da effettuare nelle varie sedi istituzionali. Pubblichiamo integralmente:
1) OPPOSIZIONE IN SEDE DI TRIBUNALE AMMINISTRATIVO DELLA DILBERA DI GIUNTA REGIONALE DI NOMINA DEL COMMISSARIO DELL’ATO3. Tale atto risulta importantissimo e prioritario, in quanto esplicita in modo chiaro l’opposizione all’espropriazione democratica attuata nei confronti, in primis dei sindaci e poi dei cittadini, relativamente alla gestione democratica dell’acqua
2) SOTTOSCRIZIONE AD ADIUVANTUM DEL RICORSO AMMINISTRATIVO GIA’ PRESENTATO DA 12 COMITATI AVVERSO ALLA DELIBERA ATO3 SALVAGORI. Tale delibera condona ben150 milioni di euro alla Gori Spa che verranno ad essere tolti dalla regione campania dalle spese sociali, trasporti, sanità.
3) CONVOCAZIONE DI UN CONSIGLIO COMUNALE in cui viene ribadita sia la contrarietà al commissariamento in ato3 e sia la volontà del comune di Nocera Inferiore di proporre la liquidazione della GORI SPA con contestuale passaggio ad una gestione pubblica e partecipata (Azienda Speciale non SPA)
4) ATTIVAZIONE DI UN TAVOLO CON GLI ALTRI COMUNI dell’agro Nocerino-Sarnese in modo da costruire un nucleo base di amministratori che lavori sia per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato e sia che si proponga come interlocutore insieme ai comitati civici relativamente ad una nuova legge regionale che ridisegni gli ambiti territoriali e la gestione del servizio idrico in una dimensione partecipata delle comunità locali.
Attualmente è in atto un confronto costruttivo con l’amministrazione comunale, nella speranza che si possa fare dell’acqua un “vero” bene comune.