Uno slogan da parte dei vari comitati presenti in tutto il territorio nazionale: “Il mio voto va rispettato”. Recentemente il Consiglio di Stato ha imposto alle società di gestione di restituire in moneta cash gli aumenti previsti, visto il parere uscito dal referendum del 2011; si parla di «non coerenza» con i risultati del referendum, richiesto dalla stessa Authority sull’adozione del nuovo sistema tariffario e sulla decorrenza del proprio ruolo. E’ la vittoria di Pirro, infatti, le cose stanno in modo diverso. Il 28 dicembre 2012 è stata affidata alle autorità per l’energia ed il gas il compito di deliberare l’aumento per quest’anno in modo transitorio. Al 31 dicembre le ATO dovevano cessare in attesa di una nuova ridefinizione della forma gestionale, di fatto esse esistono ancora. Un esempio arriva dall’ATO3, nei mesi scorsi la Regione Campania ha ripianato il debito della società di gestione di ambito, contrari solo sei sindaci, compreso il Sindaco di Nocera Inferiore Manlio Torquato. Il parere dei cittadini ed il voto referendario è stato totalmente calpestato, in tal caso il popolo non è stato proprio del tutto sovrano. Quali le soluzioni? In altre zone della penisola qualcosa si è mosso, a Reggio Emilia la gestione è diventata pubblica, in Sicilia la Regione sta per riallocare il servizio agli enti comunali ed in Calabria prossimamente sarà varata una legge in tal senso. In Campania tutto fermo, tutto tace. I politici sono impegnati per la campagna elettorale, un periodo importante per la loro carriera e nell’attesa che finisca, ci attendiamo che la volontà dei nostri governanti sia aderente a quella popolare. Un appello lo facciamo al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: che il popolo sia sovrano, come sancito dalla COSTITUZIONE.
Acqua pubblica: il popolo non è proprio sovrano, forse rimborsi in vista
© 2013 RIPRODUZIONE RISERVATA