A seguito degli articoli giornalistici che in questi giorni hanno ulteriormente contrassegnato la crisi profonda che sta attraversando la politica locale, mi corre l’obbligo di fare chiarezza sulle motivazioni che mi hanno spinto a dissociarmi dal votare per la mozione di sfiducia rivolta al nostro Sindaco Marco Galdi. Sebbene avessi sottoscritto insieme ad altre dodici persone un documento volto non tanto a sfiduciare il primo cittadino, poiché non si raggiungevano i numeri necessari, quanto a stimolare quel senso di responsabilità che dovrebbe appartenere ad ogni uomo che scende in campo per amministrare una comunità, tengo a chiarire che la posizione di franco tiratore non mi appartiene. Nessun disegno preordinato a gettare nel fango l’intera minoranza ha spinto il sottoscritto, che purtroppo non ha una mente così diabolica, a venir meno a quelle che erano le decisioni prese a seguito di lunghe analisi su quello che è stato il mancato adempimento degli impegni contenuti nel programma elettorale condiviso nel 2010 con l’attuale Maggioranza. Quando ho deciso di scendere in campo l’ho fatto anche per rappresentare chi come me, conscio di aver commesso un abuso edilizio, aveva il problema di “giustificare” l’abuso di necessità. In questi due anni e mezzo ho subito le offese e le denigrazioni di chi si ergeva a paladino della legalità , la mia modestissima abitazione di 70 mq è stata acquisita al patrimonio comunale e nulla ho potuto fare per chi come me, soltanto per necessità e non per mera speculazione, rischia di ritrovarsi senza un tetto sulla testa. Il mio abuso non è diverso o più grave di quello di altre persone proprietarie di ville holliwoodiane più in alto di me, è lo stesso reato, ma non per questo debbo essere messo alla gogna ed additato come un delinquente. Provengo da una famiglia umile, sono un idraulico, nonostante ciò, però, non posso concedere ad altri, che dovrebbero avere una mente più aperta della mia, di offendere la mia dignità di figlio, di uomo e di padre. Probabilmente non avrei dovuto snocciolare quel lungo discorso, che nulla ha fatto comprendere ai presenti in Consiglio Comunale, lunedì 12 Novembre, ma è nella mia natura essere genuino ed impulsivo. Quando ho sottoscritto il documento volto a sfiduciare l’attuale governo cittadino condividevo tutti i punti della mozione, condividevo con i miei 3 “amici “ consiglieri dell’ormai ex gruppo Forza Cava la speranza di poter far ricredere chi ormai non si fida più delle chiacchiere e delle promesse sterili. Mi sbagliavo, la politica secondo alcuni è un’altra cosa, anche se non ho capito ancora … cosa. Ritornando al brusco cambiamento della mia posizione in Consiglio Comunale, lo scorso lunedì, è bene chiarire che mai e poi mai avrei potuto condividere la mia firma con quella di chi apertamente sul suo blog, qualche giorno prima, mi ha definito: l’animale portato in Consiglio da un Sindaco fantoccio e dalla lobby del cemento illegale, da chi per sottoscrivere la mozione ha dovuto turarsi il naso per non sentire l’olezzo dell’ignobile compagnia cui andava ad unirsi, da chi non avrebbe firmato neanche la carta igienica con alcuni, se non solo con Matteo Monetta, dei tredici oppositori che hanno cercato di abbattere simbolicamente l’attuale governo cittadino. In tutta coscienza il rispetto per la persona è alla base della mia umile educazione, non dispongo di attestati di laurea o master vari, ma tengo a chiarire che la dignità di un uomo non si misura dal grado di cultura o dalla pienezza del portafogli. Quanto alla mia epurazione dal gruppo Forza Cava, sono rimasto deluso dai miei colleghi pseudo amici, perché se anche sia venuto meno il mio appoggio ai 13 oppositori in Consiglio Comunale, ciò che più mi ha fatto male è l’aver scoperto soltanto un’ora prima il vile attacco alla mia persona nei commenti riportati nel famoso blog del mio denigratore. Ho sbagliato in questo senso, il non aver motivato precedentemente il mio non voto, avrei dovuto leggere quei commenti all’intera assise e spiegare a tutti i presenti che nessuno può essere strumentalizzato per raggiungere un obiettivo. Votare la sfiducia sarebbe stato come scendere a patti per un attimo ed accettare di essere considerato comunque solo e sempre un’ignobile e strumentale compagnia. Tanto dovevo ai miei sostenitori.
Matteo Monetta