La crisi di tutti gli strumenti di concertazione dell’Agro e in particolare del Patto Territoriale è strettamente collegata alle difficoltà economica dei comuni del territorio. In particolare un peso decisivo al “fallimento” è da attribuirsi alle amministrazioni di Nocera Inferiore e Pagani. Ad accentuare i problemi anche lo scarso peso politico- decisionale che ha caratterizzato negli ultimi anni, proprio queste amministrazioni, dando cosi il via libera al Pdl provinciale di inserire negli enti persone imposte a volta solo per contrastare gli stessi sindaci. Pagani è Nocera alle origini erano state messe al centro degli strumenti di concertazione, ma con il passare degli anni e con i cambi al vertice dei propri comuni sono state rilegate a rivestire un ruolo di semplici comprimarie. L’ex sindaco di Pagani Alberico Gambino preferì ottenere visibilità politica sul piano provinciale a discapito di questi strumenti regalandoli interamente a Villani prima e a Cirielli in seguito. Per Nocera Inferiore, invece, il problema è strettamente legato ai due anni di commissariamento che ha caratterizzato la città, periodo in cui l’Ente nocerino non ha avuto peso decisionale in queste strutture. Attualmente le delicate situazioni economiche che attraversano Pagani e Nocera come manifestato dall’assessore Antonio Angrisani e dal commissario prefettizio Francesco Scigliuzzo durante la riunione dei sindaci, dove si è discusso del futuro del Patto, non favoriscono un ragionamento di rilancio degli strumenti di concertazione. Lo stesso primo cittadino di Nocera Inferiore, Manlio Torquato ha preferito in queste occasioni non presentarsi alle riunioni con i suoi colleghi sindaci inviando agli incontri gli assessori di riferimento del suo Ente. Un’assenza che non è passata sotto traccia tra i primi cittadini dell’Agro che hanno letto questo comportamento come una rinuncia al confronto da parte di Torquato. Il Sindaco di Nocera Inferiore alle prese con i problemi interni al suo Comune, in profonda crisi finanziaria, ha preferito in questa fase rinunciare a rivestire il ruolo di amministrazione leader del territorio. Evitando cosi di tentare di salvare strutture come Patto, Agro Invest e Piano di Zona che per anni hanno garantito il naturale sviluppo dei comuni dell’area a nord di Salerno. La liquidazione del Patto aprirà quindi le porte alla naturale distruzione di tutti gli strumenti di concertazione con la perdita di posti di lavoro con decine di persone che all’improvviso si ritroveranno in mezzo ad una strada.
Gerardo Vicidomini