Premio Civitas 2019 a due fotoreporter di guerra

Un premio per gettare semi di futuro nelle giovani generazioni, per parlare ai giovani di legalità e di verità, di libertà e di cultura, ma soprattutto di coraggio.

premio-civitas-rtaliveIl Premio Civitas 2019 “in Europa”,organizzato dall’’Associazione Nazionale donne elettrici”di Nocera Inferiore, presieduta da Gigliola Famiglietti, è stato assegnato ieri mattina in una gremita aula bunker del Tribunale, alla presenza di tante scolaresche, dei vertici delle forze dell’Ordine ed istituzionali della città e del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho. Quest’anno il prestigioso riconoscimento è andato a due fotoreporter, due donne che da anni con i loro scatti documentano storie di guerra, di migrazioni e di sofferenza. Per la sezione“ ambiente e clima “ il premio è andato a Matilde Gattoni, fotoreporter franco-italiana, da più di vent’anni impegnata a raccontare le condizioni di vita dei rifugiati di guerra, spingendosi fino ai remoti confini dell’umanità. Da anni la Gattoni documenta la barbarie della guerra e la sofferenza delle popolazioni. Segue con attenzione il cambiamento del clima con le conseguenze sulla vita e sull’economia delle comunità. Per la sezione “terrorismo e rifugiati” il riconoscimento Civitas 2019 in Europa è andato invece ad Andreja Restek, croata, fondatrice e direttrice di APR news, quotidiano on line che monitora il fenomeno del terrorismo e i gruppi terroristici nel mondo e che negli ultimi anni ha documentato gli eventi nei Paesi del Terzo mondo e nelle zone di guerra come Siria, Ucraina, Crimea, Russia, Balcani e Africa.

civitas-premio-rtaliveDue donne che amano il loro lavoro e che con coraggio raccontano la verità. Nell’aula bunker del tribunale nocerino, trasformato per l’occasione in una sala convegni, la Gattoni e la Restek hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento rispettivamente dalle mani di Federico Cafiero de Raho, attuale Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e da Franco Roberti, suo predecessore e attuale assessore regionale alla sicurezza e alla legalità. A fare gli onori di casa il presidente del tribunale nocerino Vito Colucci e il procuratore capo Antonio Centore. Ad Ottavio Lucarelli,presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, il compito di pronunciare la laudatio delle due premiate. Lucarelli ne ha sottolineato il ruolo e l’impegno, riprendendo anche il filo dello scorso anno, quando il premio Civitas venne attribuito alla memoria di Daphne Caruana Galizia, giornalista maltese messa a tacere da una bomba. La cerimonia di ieri mattina ha rappresentato l’atto conclusivo del progetto dell’Ande “Cultura vs Violenza” organizzato in collaborazione con le Forze dell’Ordine e svoltosi attraverso numerosi incontri nelle scuole di ogni ordine e grado della città per educare e sensibilizzare i giovani alla legalità e alla lotta alle mafie. Ed è proprio ai giovani che si sono rivolte tutte le autorevoli figure presenti in aula.

premio-civitas-nocera-rtaliveLa mattinata di riflessioni si è aperta con una sorta di viaggio , “ il premio è ambientato in Europa – ha detto la presidente dell’Ande Gigliola Famiglietti-e stamane faremo insieme un viaggio. Il nostro viaggio inizierà con una partenza triste, quella narrata da Aldo De Chiara, magistrato e compositore nel suo “Je parte”eseguito dagli studenti del Galizia”. Sempre gli studenti del liceo artistico e musicale nocerino diretto da Maria Josè Vigorito, hanno eseguito gli inni croato e italiano per celebrare le due fotoreporter e soprattutto il gemellaggio culturale e spirituale tra i popoli. Sulle note dell’inno di Mameli gli studenti della VB del Sensale si sono lasciati andare ad un fuori programma, cantando commossi. “La cultura è lo strumento più prezioso che abbiamo- ha detto il procuratore Cafiero de Raho ai ragazzi- più forte delle armi per aggregare. È sulla cultura che poggiamo le nostre basi e le nostre vite, siate ricchi di libertà – ha concluso , nulla è importante quanto la libertà, non barattatela con nessun bene”. “Un premio che punta a fare cultura su argomenti concreti – ha detto alla platea di giovani Franco Roberti, predecessore di Cafiero de Raho e assessore regionale alla sicurezza e alla legalità – oggi abbiamo bisogno di divulgare con maggiore forza quell’opera di ricerca della verità coraggiosa, solo così – ha concluso – potremmo dare ai giovani gli strumenti necessari ad elevarsi ed a distinguere il bene dal male”.

Sulla stessa linea anche Antonio Centore, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore. “Verità e conoscenza arrivano dalla consapevolezza filtrata da una cultura adeguata- ha affermato- la conoscenza riusciamo ad averla anche grazie all’ importante lavoro dell’informazione. Per essere liberi bisogna conoscere. La conoscenza arriva dalla cultura ma anche da chi si spende per divulgare le notizie”.
Vito Colucci, Presidente del Tribunale di Nocera Inferiore, rivolgendosi alla platea e agli studenti ha ricordato che il continente Europeo sta vivendo uno dei periodi più lunghi di pace e serenità. “Quando i nostri giovani attraversano le frontiere non lo fanno per andare in guerra – ha detto- ma per andare a studiare, a lavorare, ad innamorarsi, questo non lo dobbiamo dimenticare mai e dobbiamo fare in modo che tutto ciò continui, con il nostro quotidiano impegno e insegnando ai ragazzi i valori della pace,della giustizia , della libertà e della fratellanza tra i popoli”. Emozionate le due fotoreporter premiate a cui gli studenti hanno rivolto tantissime domande. Non è mancato il quesito sull’attuale politica di governo rispetto al fenomeno delle migrazioni ed in particolare al braccio di ferro con le Ong.

Decisa e secca la risposta di Matilde Gattoni.
“Dal punto di vista umano quello che sta accadendo in Italia è vergognoso – ha detto la fotoreporter che vive da anni in Libano – certo l’Italia non può occuparsi di questo problema da sola. Quello che spinge i migranti è la disperazione e niente e nessuno può fermare la disperazione. Occorre una politica seria e umana per affrontare il problema”.

Luisa Trezza

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