“Non potevo pagare il suolo per ben due volte”

«C’era un progetto per un parcheggio e giardini sul quel suolo, ma non ci accordammo». L’ex sindaco Franco D’Angelo spiega perché negli anni Ottanta non acquistò il parcheggio «I proprietari non volevano più soldi e non volevano defalcare i canoni dell’occupazione».

NOCERA INFERIORE. «Non ci mettemmo d’accordo sul prezzo per acquistare l’area di via Canale, dove oggi c’è il parcheggio: non volevo pagare due volte lo stesso suolo». Franco D’Angelo, commercialista e docente di economia, impegnato da più di 40 anni in politica, ricorda quanto accaduto tra gli anni Settanta e i primi Novanta con il suolo di via Canale, oggi è al centro di numerose polemiche a partire dai debiti che il Comune ha per la sua occupazione dal dopoterremoto del 1980 ai primi anni duemila, per finire al progetto che l’attuale amministrazione del sindaco Manlio Torquato ha di espropriare l’area da destinare definitivamente a parcheggio.

D’Angelo ha memoria di quegli anni essendone stato uno dei protagonisti, da quando nel 1975 entrò in consiglio comunale con la Dc. E’ stato tra in sindaci per maggior tempo di Nocera Inferiore, dal 1985 al 1988 e poi dal 1990 al 1991. «Già prima del terremoto del 1980 – ricorda il professore D’Angelo – c’era l’idea del Comune di realizzare una villa comunale nell’area di via Canale. All’inizio non c’era una perfetta identità politica sull’iniziativa ma poi, la signora Liliana Russo, una dei proprietari dell’area, lasciò la sinistra e venne a candidarsi con noi nella Dc, segnando una sorta di pacificazione politica e quindi la possibilità di realizzare una villa comunale in centro città. C’era anche una valutazione dell’area, che a memoria mi sembra fosse sui 750milioni di lire».

E poi che accade?
«Arrivò il terremoto del 23 novembre del 1980 che causò decine di sfollati per inagibilità delle loro abitazioni. Decidemmo, allora, di non marginalizzarli e di trovare una sistemazione al centro, con annessi servizi. Visto che l’area di via Canale dei Russo era già destinata a una villa comunale, la scegliemmo per ospitare i container ma pensando anche ad un utilizzo futuro con il superamento dell’emergenza. Si trattava, comunque, di un’area già ferita dalla costruzione del cavalcavia delle ferrovie. Furono così installati lì i con- tainer per ospitare le famiglie dei terremotati».

Sindaco era Salvatore Gargiulo?
«Si e il governo nominò i sindaci anche commissari. Fu occupata l’area di via Canale, quella dove poi fu installato il teatro tenda (oggi c’è il parco giochi di via Rea, ndr) di proprietà di alcune persone di Napoli, e quella dei Piccolomini (attuale con la cassa armonica, con accesso da via Bosco Lucarelli, ndr) al di là della ferrovie. L’occupazione di questi tre lotti fu pagata con “l’ordinanza 80” e poi con la 219/81, la legge del terremoto».

Le aree requisite, quindi, furono tre?
«Si quella dei Russo con accesso da via Canale, dove c’è oggi il parcheggio, sormontata dal cavalcavia che lo divideva di fatto in due parti comunicanti, come è ancora oggi; quello di via Pucci, dov’è il parco giochi di via Rea e quella dei Piccolomini, dove fu installato un prefabbricato per ospitare la scuola elementare “Ugo Foscolo”.

Messi i container cosa accadde?
«Nel 1983 fu eletto sindaco Rocco Caiazza. L’amministrazione comunale dell’epoca diede incarico all’architetto De Maio di Cava de’ Tirreni, che già aveva collaborato per la redazione del piano regolatore generale di Nocera Inferiore, di elaborare un progetto sull’intera area, quella dei tre lotti, da destinare a parcheggio e a verde pubblico. Il progetto arrivò e fu pagato. Prevedeva una sorta di collinetta che nella parte più alta arrivava a pelo con il cavalcavia del quale seguiva il salire e lo scendere. All’interno della collinettaerano previsti tre piani fuori terra e due interrati di parcheggio per auto, con alla sommità giardini pubblici, il tutto collegato da ascensori.
In questo modo avremmo avuto un’area di sosta e verde pubblico al centro città».

Perché non fu realizzato?
«Caiazza non trovò un un accordo con la proprietà che voleva più soldi e restrinegre l’area da cedere al Comune per la realizzazione del progetto De Maio e Lorenzo russo non voleva l’accesso da via Bosco Lucarelli ma solo da via Canale».

Nel 1985, fu lei eletto sindaco…
«Si, affrontai subito il problema dell’area di via Canale ma non volevo pagare quel suolo due volte. Acquisiti i due lotti al di là delle ferrovia (quelli dov’è la cassa armonica e il parco giochi di via Rea), volevamo fare lo stesso con la proprietà Russo detta anche Russo De Francesco, poiché una delle sorelle Russo, sposò un De Francesco. Avemmmo più inontri con i rappresentanti dei propriatri, in particolare con Liliana e Lorenzo Russo e con il loro av- vocato Cosentino di Roma. La proposta che feci era quella di pagare l’area partendo dalla valutazione fatta alcuni anni prima, quella dei 750 milioni di lire, defal- cando i soldi dati fino a quel momento per l’occupazione.
Non mi sembrava giusto, infatti, per le casse comunali pagare due volte per la stessa area, una volta per occuparla e un’altra per acquistarla». «La proprietà non era d’accordo e voleva molto più soldi dei 750milioni di lire, nonostante fossero passati pochi anni da quella valutazione, vendendo inoltre al Comune una superficie minore di quells occupata e senza defalcare i soldi dell’occupazione ricevuti fino a quel momento. Insomma, per i proprietari sarebbe stato un superaffare e per il Comune un salasso. Leggittima aspirazione la loro, dovere mio rifiutarla.
Poi mi sfiduciarono e andai via. Vorrei ricordare che, però, non c’era identità di venute tra gli stessi proprietari».

Dopo cosa accadde?
«Non mi sono occupato più di amministrazione attiva di Nocera Inferiore. In parte, va anche detto che gli avvocati dell’Ente ci sconsigliarono transazioni molto onerose. Probabilmente, per questo motivo i vari commissari prefettizi succeduti si negli anni attesero la pronuncia dei tribunali e non perseguirono altre soluzioni. Poi arrivò la sentenza del 1999 ma l’area fu restituita successivamente».

Cosa consiglierebbe al suo successore, il sindaco Manlio Torquato?
«Manlio sa cosa fare. Il proprietario dell’area va pagato ma bisogna fare attenzione alle casse comunali esperendo tutte le strade per non pagare un euro in più del necessario. Ricordo ancora che, come ho fatto io da sindaco, il patrimonio comunale va incrementato o almeno salvaguardato e non svenduto».

Si riferisce al pignoramento degli immobili eseguiti dai Russo-De Francesco?
«Si. In quegli immobili potevano essere ospitati servizi che sono in strutture in fitto o sottoscrivere dei mutui per pagare i proprietari del parcheggio».
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Le Cronache in collaborazione con RTAlive.
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